Regioni senza ragioni e sinistra senza idee

Mentre si chiudono le Province, si tengono in piedi carrozzoni mangiasoldi come le Regioni. Le istituzioni democratiche devono essere poche, con ambiti concreti, risorse reali e indirizzate collettivamente col ricorso più frequente ai Referendum e con forme di controllo popolare sulle aziende pubbliche o che svolgono servizi pubblici. 


Regioni senza ragioni e sinistra senza idee

 

Mentre si chiudono le Province, si tengono in piedi carrozzoni mangiasoldi come le Regioni. Le istituzioni democratiche devono essere poche, con ambiti concreti, risorse reali e indirizzate collettivamente col ricorso più frequente ai Referendum e con forme di controllo popolare sulle aziende pubbliche o che svolgono servizi pubblici. 

di Ugo Boghetta

Sono arrabbiato.
Certo non è una novità per chi si è proposto la “missione impossibile” di dare qualche scossa per svegliare la Bella Sinistra Addormentata senza essere il principe azzurro. Sono arrabbiato perchè qualche giorno fa Chiamparino ha detto che le Regioni sono superate. E Zingaretti gli è andato dietro.
Sono infatti alcuni anni, cioè da quando in Lombardia mi sono trovato ad affrontare il tema del federalismo della Lega e la rincorsa del centrosinistra, che vado dicendo che le Regioni non hanno senso.
Chiamparino ha proposto le “macro regioni” rispolverando una vecchia elaborazione della Fondazione Agnelli. Nulla di nuovo. Una proposta peggiore del male.
Dopo le province ora si chiude di fatto anche il livello superiore. Il tema è sempre quello: i costi, non l’efficacia delle istituzioni democratiche.

Il fatto è che le Regioni sono un’istituzione “sbagliata”, perché non corrisponde alla realtà italiana centrata su Comuni e Province. Sono anche dannose perché si frappongono fra i cittadini, i territori e chi le politiche le dovrebbe decidere: il Parlamento ed il governo.
Sono uno spreco in quanto distribuiscono solo soldi: sanità, trasporti, ammortizzatori ecc. Sì perché gli sprechi esistono e solo una sinistra imbecille non li denuncia. In tre lustri l’apprezzamento degli italiani verso le amministrazioni locali sembra passato dal 40% al 28%. E non si dica che togliere le Regioni sarebbe un attacco alla democrazia!
Le istituzioni democratiche devono essere poche, con ambiti concreti, poteri chiari e risorse reali. Le istituzioni devono essere altresì centralizzate per un verso e orizzontali per l’altro.
Non si crederà mica che nel mondo attuale si possano usare degli stuzzichini se si vuole imbrigliare Finanza, mercati, padroni?!?
Ma la vera domanda è: lo vogliamo veramente fare?!? 

Io penso che per una democrazia efficace basti una Camera con regole precise e non superabili nelle prerogative fra Governo e Parlamento e una legge elettorale proporzionale.
Serve poi un’informazione libera, critica, pluralista: quella che abbiamo è imbonimento.
Ed in basso sarebbe necessario ricostruire le Province, magari adeguandole ai cambiamenti avvenuti come, ad esempio, la Società Geografica Italiana. 

Ci si dovrebbe anche concentrare sul ricorso più frequente ai Referendum (anche alzando il numero di firme, ma abolendo il quorum) e dando vita a forme di controllo popolare sulle aziende pubbliche o che svolgono servizi pubblici.
Già perché in questi anni le poche forme di controllo pubbliche e dei cittadini, dalla valutazione ambientale alla scuola, sono state smantellate.
Che il livello regionale sia una “ciofeca” è esperienza di tutti quelli che hanno avuto a che fare con organismi politici, sindacali, associativi a questo livello. 

Sono arrabbiato perché pochi mesi or sono, pur nella difesa dei posti di lavoro impiegati, avevo proposto di darci come parola d’ordine lo scioglimento della Regione come punto forte della recente campagna elettorale dell’Altra Emilia Romagna. Punto a cui collegare tanti temi che, a sé stanti, sarebbero (e sono) rimasti muti. 

Nulla.
Nemmeno un: ”ti stai sbagliando”.
Intanto, partecipazione al voto: 37%!
Lo scioglimento delle Regioni e un diverso modello di Stato dovrebbe essere la proposta alle regionali dell’anno che viene. Oppure diciamo che vogliamo le Regioni democratiche?!? 

Dormi sinistra dormi! 

 

15/01/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Ugo Boghetta

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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