Il PRC e i GC al corteo No Expo del 1° maggio

“Rifondazione Comunista parteciperà alla No Expo MayDay a Milano il 1° Maggio”. Questo il titolo di un comunicato della segreteria nazionale PRC pubblicato il 20 aprile sul proprio sito nazionale. 


Il PRC e i GC al corteo No Expo del 1° maggio

Alla fine Rifondazione Comunista parteciperà alla manifestazione No Expo a Milano, dopo l’adesione già dei GC stimolati dal loro gruppo lombardo. Assenti o silenti invece molti soggetti del variegato arcipelago della sinistra, tra cui l’Altra Europa, marcando la distanza ancora siderale tra gli attuali progetti di ricomposizione politica e la loro connessione col tessuto sociale e coi movimenti di lotta del paese. 

di Alessandro Pascale 

“Rifondazione Comunista parteciperà alla No Expo MayDay a Milano il 1° Maggio”. Questo il titolo di un comunicato della segreteria nazionale PRC pubblicato il 20 aprile sul proprio sito nazionale. Le ragioni del dissenso con #Expo2015 sono evidenti: distruzione dell’ambiente, imposizione di un nuovo modello lavorativo fondato sul volontariato gratuito (“un’impostazione in piena sintonia con le politiche neoliberiste del governo Renzi – che dell’Expo è uno dei grandi sponsor istituzionali – a partire dal Jobs Act” recita il comunicato) e la speculazione mafiosa che fa la fortuna dei corrotti riproponendo il classico modello delle grandi opere secondo cui si inietta “un’iniezione di miliardi di euro pubblici per un bel po’ di privati che, al di là di un’ulteriore devastazione del territorio, non lascerà nulla alla collettività”. 

Il comunicato segue di pochi giorni l’adesione del Coordinamento Nazionale dei Giovani Comunisti che il 18 aprile proponeva un’articolata analisi che spiegava le motivazioni della partecipazione al corteo del 1° maggio. L’organizzazione, guidata ora da due Commissioni incaricate di preparare il percorso per la Conferenza Nazionale dopo una stagione turbolenta conclusasi con le dimissioni di uno dei due coordinatori nazionali, ha seguito di fatto la mobilitazione sorta dal basso, a partire cioè dalla volontà politica conflittuale espressa dai Giovani Comunisti della Lombardia il 13 aprile scorso, subito appoggiati da ampi settori militanti raccolti attorno ad un appello di ricostruzione della giovanile

Le adesioni dei GC e del PRC sono rilevanti ed importanti essendo di fatto le uniche organizzazioni partitiche di una certa consistenza che saranno presenti al discusso corteo del 1° maggio su cui è iniziata da tempo la campagna terroristica mediatica in cui si è presentato l’evento come “un grande raduno anticapitalista” (cosa che di per sé auspichiamo) ma in cui “il rischio di scontri è elevato”, essendoci gruppi vogliosi “di mettere a ferro e fuoco il centro della città”. I rapporti ufficiali dei servizi segreti nostrani non esitano d’altronde a definire questa manifestazione un evento dalla “capacità di interdizione e di danneggiamento dieci volte superiore a quella del G8 2001 di Genova”. 

La possibilità che gli eventi precipitino d’altronde è stata fatta propria anche da diversi settori del partito che hanno valutato politicamente l’opportunità di essere presenti in una manifestazione a cui non parteciperanno diversi soggetti politici della sinistra politica e sindacale, a partire da SEL e dai vari soggetti della “coalizione sociale” di Landini. Ciò spiega in una certa misura la decisione tardiva con cui a livello nazionale si è giunti ad aderire alla manifestazione nazionale. Hanno pesato però anche l’assenza del PRC dal percorso costitutivo della manifestazione e, dentro e fuori il partito, specie in ambito milanese, si è pensato anche che forse il motivo vero fosse il non voler compromettere i rapporti locali con il centro-sinistra in vista delle elezioni amministrative che tra un anno dovranno decidere il successore di Giuliano Pisapia a palazzo Marino. 

Indicato da molti come il maggiore responsabile del temporeggiamento, il gruppo dirigente milanese del PRC ricorda però il percorso svolto finora, teso a manifestare la propria opposizione al progetto Expo2015 nelle sedi istituzionali e attraverso una serie di eventi di successo pubblico e mediatico, quali ad esempio il convegno internazionale del 7 febbraio “Expo: nutrire il pianeta o nutrire le multinazionali?” e l’assemblea pubblica del 21 aprile “Sovranità alimentare. Nutrire il pianeta, nutrire Milano, zappare la terra”. Il rischio vero rimaneva però quello di restare in un’ottica rigidamente istituzionalista ed intellettualistica incapace di collegarsi con le istanze di lotta e di movimento più radicali e proletarie che, per limiti propri, talvolta sono incapaci di disciplinarsi e capire la necessità di condurre anche la lotta culturale utilizzando tutti gli strumenti a disposizione.

La dialettica interna è stata risolta positivamente raggiungendo una sintesi che porrà il partito al fianco dei movimenti sociali di lotta e più radicalmente anticapitalisti. Un discorso similare si può fare per l’Altra Europa, di cui il PRC costituisce uno dei perni principali. Nonostante il consenso generalizzato verso il percorso No Expo e l’annuncio formale della partecipazione al 1° maggio, va registrato che i dissensi maggiori verso la partecipazione alla controversa manifestazione sono venuti proprio dal comitato milanese del costituendo “soggetto politico”, aggiungendo un’ulteriore contraddizione ai problemi già presenti (primo su tutti le uscite polemiche sullo stato di salute reale del soggetto di Barbara Spinelli, Guido Viale e Luciano Gallino). 

Per i comunisti questo rimane uno dei veri nodi di fondo non sciolti da molti anni: l'incapacità di riuscire a creare nelle lotte del paese l’unità della sinistra neoliberista e anticapitalista e la conseguente scarsa credibilità nella possibilità di creare un blocco sociale fondato sulle avanguardie più coscienti e combattive dei movimenti. La speranza è che un massiccio investimento su questo importantissimo 1° maggio possa cambiare le cose, ridando linfa vitale ai comunisti e quindi alla sinistra tutta. 

25/04/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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