Il Pci ha tenuto sabato scorso a Firenze una importante manifestazione nazionale in vista delle prossime elezioni europee intitolata “Per un’Europa sociale dei popoli, dei lavoratori”.
Alla manifestazione hanno partecipato diverse centinaia di compagni ed erano presenti alcune delegazione europee fra cui il Partito Comunista Francese, quello Portoghese e quello Cipriota che hanno portato il loro saluto con interventi non formali.
Vi sono state anche testimonianze di lotte in corso, come quella dei lavoratori della Bekaert (ex Pirelli) di Figline Valdarno di cui i nuovi padroni hanno annunciato la chiusura e di un esponente dei movimenti per i beni comuni e per la casa che ha illustrato la posizione critica del giudice costituzionale emerito Paolo Maddalena rispetto alla proposta di legge di iniziativa popolare scaturita dalla commissione Rodotà.
Fosco Giannini, responsabile esteri del Pci, ha messo al centro del suo intervento la critica radicale di quel partito alla Unione Europea, l’aspirazione alla unità dei comunisti e il contrasto alle spinte egemoniche dell’imperialismo americano e della Nato. Ha pure stigmatizzando i tentativi in atto di dividere il GUE (gruppo parlamentare europeo della Sinistra Unitaria Europea e Sinistra Verde Nordica).
La relazione introduttiva di Bruno Steri, molto esaustiva, ha ben spiegato come le istituzioni e le politiche dell’Ue siano improntate al liberismo e funzionali a tutelare gli interessi del grande capitale finanziario, determinando il netto peggioramento delle condizioni dei lavoratori e l’allargamento della forbice fra i paesi europei più ricchi e gli altri. In particolare l’Italia ha subito una caduta del suo potenziale produttivo senza precedenti, ove si escludano i periodi bellici.
Le risorse impiegate per sanare i debiti privati e il calo degli introiti dovuti alle politiche recessive hanno allargato (anziché ridotto) il debito pubblico, anche se l’Ue non prende in considerazione, come invece dovrebbe, i conti con l’estero, che l'Italia, a differenza di altri, ha in avanzo.
Con la ricerca della competitività attraverso la svalutazione del lavoro, l’autonomia della Bce nei confronti dei governi, il trasferimento di funzioni a organismi non democratici, in contrasto con la nostra Costituzione, viene coronato un processo pluridecennale di recupero del potere da parte delle classi dominanti. Ma nel contempo sono stati aperti spazi al populismo di destra e xenofobo. Perciò questa Europa è irriformabile e occorre una chiara linea di rottura con l’Ue e un piano B.
Non sono mancate critiche al governo italiano e al Pd.
Al successivo dibattito sono intervenuti tra gli altri Patria Socialista, e Giorgio Cremaschi per Potere al Popolo. Quest’ultimo ha denunciato molto efficacemente i guasti delle politiche europee e nazionali, non distinguendosi molto dall’analisi del Pci per poi esporre la sua versione del fallimento del tentativo di De Magistris, e della conseguente più che probabile assenza di Potere al Popolo dalla competizione elettorale.
Anche il nostro giornale era stato invitato a partecipare ed è intervenuto richiamando il suo appello pubblicato alla fine dell’anno scorso per raccogliere le forze comuniste, anticapitaliste e tutte quelle che ritengono irriformabile il polo imperialista europeo. Abbiamo anche espresso la delusione perché tale appello non sia stato raccolto e giudizi critici sul percorso e di Potere al Popolo e di Rifondazione Comunista e il relativo esito. Nell’esprimere apprezzamento per lo sforzo del Pci per consentire agli elettori italiani di fare una scelta netta contro le istituzioni e le politiche europee, abbiamo auspicato che questo sforzo sia coronato da successo, così come l’esito elettorale di quel partito.
I lavori sono stati conclusi dal segretario nazionale Mauro Alboresi il quale ha denunciato l’impianto del’UE finanziario, poco economico e per niente sociale, il cui esito è sotto gli occhi di tutti. Per questo il Pci ha deciso di essere in campo e di raccogliere le firme per presentarsi col suo simbolo e una posizione netta contro questa Unione Europea. L’Europa sociale, dei popoli e dei lavoratori ne costituisce un’alternativa reale.