CIPRO - Il primo importante giorno elettorale sarà il 28 Gennaio, con le elezioni presidenziali a Cipro. Il tema principale delle elezioni sarà il processo di pace con la Turchia che occupa il nord dell’isola, interrotto a Luglio 2017. Il presidente uscente conservatore Anastasiades è dato favorito dai sondaggi tra il 27 e il 33%. Anstasiades intende riprendere i colloqui all’interno della proposta avanzata dall’ONU per la costruzione di una repubblica federale tra il nord e il sud, senza truppe straniere e senza prerogative d’intervento da parte di altri stati.
Probabilmente Anastasiades andrà al ballottagio contro uno dei principali partiti d’opposizione: o Papadopoulos del partito nazionalista DIKO - che accusa il presidente uscente di aver fatto troppo concessioni ai turchi – o l’indipendente Malas sostenuto dai comunisti di AKEL – che hanno in maniera sofferta deciso di appoggiare il piano ONU come unica soluzione praticabile per una pace gestita dai ciprioti senza ingerenze esterne. Se Malas non dovesse andare al ballottaggio, sarebbe la prima volta dagli anni ’70 in cui il candidato dei comunisti non arriverebbe almeno al secondo turno.
Tra i candidati minori anche Lillikas, ex membro di AKEL che si presenta ora su posizioni populiste e Christou, candidato per il partito neonazista ELAM – legato ai greci di Alba Dorata. Dopo essere riusciti a vincere dei seggi in parlamento alle elezioni del 2016, i neonazisti si approcciano alle presidenziali segnalati nei sondaggi al 3%.
Il vincitore delle elezioni sarà Presidente della Repubblica e Capo del Governo.
FINLANDIA - Sempre il 28 gennaio si terranno le elezioni presidenziali – molto meno drammatiche – in Finlandia. Con ogni probabilità saranno vinte con ampissimo margine dal presidente uscente Niinistö, liberale e conservatore che correrà da indipendente nonostante una carriera intera all’interno della Coalizione Nazionale. L’Alleanza di Sinistra, membro del Partito della Sinistra Europea, presenta come candidata l’eurodeputata Merja Kyllönen. Il più piccolo Partito Comunista di Finlandia – anch’esso membro della Sinistra Europea ma su posizioni euroscettiche – non presenterà un proprio candidato.
Il Presidente finlandese agisce da capo dello stato e ha funzioni per lo più burocratiche.
UNGHERIA - Il grande appuntamento successivo sono le elezioni parlamentari in Ungheria, che si terranno a maggio. Il nazionalista Orban per ora può dormire sonni tranquilli, il suo partito FIDESZ (che nonostante le posizioni estremiste continua a collaborare col Partito Popolare Europeo di Angela Merkel) dovrebbe riconfermarsi ben oltre il 40% dei voti mentre il secondo posto dovrebbe essere ancora dei fascisti dello JOBBIK, con oltre il 20%.
Nonostante la sconfitta nel referendum sull’immigrazione, Orban e i suoi camerati non sono per nulla insidiati dalle opposizioni “di sinistra”: la coalizione tra socialdemocratici e liberali si è frantumata. Dato il sistema elettorale, la differenza tra il primo partito e le opposizioni garantirà un’ampia maggioranza autonoma ad Orban. L’unico dubbio è se Orban avrà bisogno dei voti di JOBBIK per avere i due terzi dei seggi necessari per riformare ulteriormente la costituzione.
SVEZIA - A settembre si terranno le elezioni generali in Svezia. Il paese è attualmente guidato da un governo di centrosinistra, formato da socialdemocratici (S) ed ecologisti (MP), con l’appoggio esterno dei liberali conservatori del Partito Moderato (M). Il Partito della Sinistra (V, membro dell’Alleanza della Sinistra Verde Nordica) è invece all’opposizione. Per le sue posizioni euroscettiche il Partito della Sinistra è escluso dai possibili interlocutori di governo dal centrosinistra.
Rispetto alle ultime elezioni, i sondaggi segnalano la flessione dei socialdemocratici di governo e di Iniziativa Femminista, gruppo che si è separato dal Partito della Sinistra per andare verso l’area socialdemocratica. Risultano invece in ascesa il Partito della Sinistra (che potrebbe tornare attorno all’8%) e gli Svedesi Democratici, il partito di estrema destra che su posizioni social-nazionaliste (welfare solo per gli svedesi) viene segnalato tra il 15 e il 23%