Cuba, l’America Latina, la Cina e il golpismo imperialista

Intervista di Fosco Giannini ad Alejandro Betancourt dell’Ambasciata di Cuba a Roma.


Cuba, l’America Latina, la Cina e il golpismo imperialista

Dopo l’implosione del campo socialista legato all’Urss le prime speranze di riproposizione di processi rivoluzionari sono venute dall’America Latina in cui non si è mai interrotta la lotta per la libertà, l’indipendenza e l’autodeterminazione. Cuba, Venezuela, Nicaragua, Messico, Brasile, Bolivia e altri si sono ribellati alla pretesa della dottrina Monroe di considerarli il cortile di case degli Stati Uniti.

In un’intervista di Fosco Giannini ad Alejandro Betancourt, dell’Ambasciata di Cuba a Roma, emerge la posizione del governo cubano sulla guerra in Ucraina e la denuncia delle responsabilità di Usa e Nato, indicando tuttavia come unica soluzione la via diplomatica.

Altre riflessioni riguardano i processi in atto in America Latina, in cui vengono considerati “sempre più deliranti i vecchi tentativi Usa di assicurarsi il controllo di un’area che ritengono loro proprietà”, i quali hanno prodotto guerre, tentativi di golpe, destabilizzazioni di intere nazioni e che tuttavia sono i colpi di coda di “una politica agonizzante”. In particolare viene trattata la rivoluzione chavista in Venezuela, che ha aperto la nuova stagione di lotte nella regione e che resiste nonostante i durissimi attacchi e le sanzioni genocide dell’imperialismo statunitense.

Altre riflessioni riguardano il XX congresso del Partito Comunista Cinese e il ruolo della Cina nell’attuale panorama internazionale. Questo paese è divenuto un punto di riferimento globale sia per i suoi imponenti risultati economici sia per la gestione della distribuzione della ricchezza.

Ma l’intervista si concentra soprattutto (come poteva non essere?) sulla situazione a Cuba, segnata dal criminale blocco economico statunitense, che oltretutto si è accanito proprio nel corso della pandemia, e dalla recessione economica globale in atto.

Cuba è “un paese che lavora attivamente per soddisfare i bisogni materiali della sua popolazione” e che nel contempo tende a porre al centro “l’essere umano”.

Per rilanciare l’economia e garantire condizioni di base alla popolazione è stato necessario introdurre alcuni meccanismi di mercato e tuttavia “la sfida continua a essere grande” perché viene negato a questa piccola isola l’inserimento nel mercato globale e negli strumenti finanziari. Ogni transazione con Cuba, anche da parte di stati terzi, viene perseguitata dal Tesoro degli Stati Uniti.

Tuttavia i progressi in alcuni campi, come quello sanitario e quello della formazione, sono esemplari e dipendono dalla visione di Fidel Castro orientata allo sviluppo della salute, della scienza e della solidarietà internazionale che si è manifestata in ogni angolo del pianeta anche durante la pandemia.

Altro tema toccato è la liberazione della donna. Ma per tutti i dettagli consigliamo la lettura dell’intera intervista, pubblicata su “Cumpanis” e disponibile qui.

02/06/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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