Sinistri pregiudizi sul conflitto in Ucraina

L’informazione mainstream e la guerra, l’invio delle armi, il diritto all’autodeterminazione, da che parte stanno i paesi imperialisti e da che parte sono schierate le nazioni antimperialiste e i paesi non allineati? Come si coniuga nello specifico della guerra in Ucraina con la necessaria dialettica fra giustizia e pace?


Sinistri pregiudizi sul conflitto in Ucraina

Capita spesso di sentire amici sinceramente di sinistra, democratici o giovani compagni a ragione indignati per il livello veramente becero della propaganda di guerra da parte dei mezzi di comunicazione mainstream riguardo al conflitto in Ucraina. Se in tal caso l’indignazione e lo smascheramento della propaganda di guerra sono senza dubbio lodevoli, suscita perplessità lo stupore manifestato dai suddetti amici e giovani compagni. In effetti i grandi mezzi di comunicazione fanno semplicemente il loro mestiere di meri megafoni dell’ideologia dominante quale ideologia delle classi dominanti. Il problema è che la scarsa coscienza di classe dei subalterni, la scarsità di intellettuali a essi organici, i rapporti di forza sfavorevoli per comunisti e marxisti, fanno sì che la necessaria guerra di posizione per l’egemonia sulla società civile pare combattuta unilateralmente dai capitalisti e dai loro sostenitori. In tal modo strumenti fondamentali per l’egemonia sulla società civile sono completamente sotto il controllo di intellettuali al servizio del blocco sociale dominante. Dunque più che stupirsi del fatto che le notizie trasmesse dai mezzi di comunicazione mainstream siano pura e semplice propaganda di guerra, al di là della sempre necessaria indignazione, bisognerebbe domandarsi perché le forze rivoluzionarie e progressiste sono al momento così deboli da non essere in grado di mettere minimamente in discussione il predominio sulle decisive casematte completamente sotto il controllo della classe dominante. Potrebbe al limite stupire quanto passino in secondo piano le contraddizioni all’interno dello stesso blocco sociale dominante nel momento in cui si tratta di affrontare forze che, in qualche modo, oppongono una resistenza allo strapotere delle potenze imperialiste.

Un’altra questione su cui vi è poca chiarezza e lucidità anche fra sinceri democratici di sinistra e giovani o ingenui compagni è il non aver chiara quale posizione assumere rispetto alle armi fornite dall’imperialismo italiano ed europeo ai tirapiedi dell’imperialismo occidentale ucraini. Ora è naturale che l’imperialismo occidentale, intento a portare avanti una guerra per procura per indebolire l’unica potenza mondiale in grado di tenergli almeno in parte testa sul piano militare, sia pienamente interessato a rifornire di armi i propri lacchè ucraini. Mentre è decisamente assurdo che chi non sia dalla parte dell’imperialismo occidentale possa essere favorevole a questo costante e continuo rifornimento di armi. Peraltro tale pratica è del tutto antitetica allo spirito dell’articolo undici, ovvero di uno degli articoli fondamentali della Costituzione italiana, in cui si afferma nel modo più chiaro ed evidente che l’Italia ripudia ogni risoluzione attraverso la guerra delle controversie internazionali e anzi dovrebbe agire di concerto con quelle organizzazioni internazionali che, come le Nazioni unite, dovrebbero impedire proprio le soluzioni guerrafondaie sostenute da chi rifornisce di armi i paesi belligeranti e da chi approva e sostiene tale rifornimento. Senza contare che la nostra legislazione prevede esplicitamente il divieto assoluto di vendere e commerciare armi con paesi belligeranti.

Senonché le leggi e la costituzione sono interpretate e applicate sulla base dei rapporti di forza fra i gruppi economici, politici e sociali. Ora visto che questi ultimi sono del tutto a favore della classe dominante, naturaliter guerrafondaia, nonostante lo stesso diritto formale borghese lo impedisca, il parlamento quasi all’unanimità ha dato carta bianca affinché il governo miri a risolvere con le armi il conflitto internazionale in atto in Ucraina, armando fino ai denti le forze che si sono poste al servizio dell’imperialismo occidentale [1]. 

Naturalmente tutto il dibattito sulle armi agli ucraini non si interroga su a chi tali armi dovrebbero essere destinate. L’ideologia dominante è a tal punto pervasiva che si dà per scontato che si debba armare gli ucraini filoimperialisti, che hanno come loro avanguardie generalmente riconosciute, i famosi eroi di Mariupol, battaglioni dichiaratamente nazisti o sostenitori del collaborazionista filonazista Bandera. Non viene nemmeno in mente che le armi potrebbero essere date agli ucraini russofoni che si battono per l’autodeterminazione nazionale o ai comunisti ucraini, fino a qualche tempo fa stabilmente il secondo partito del paese e oggi messi al bando e duramente perseguitati o, infine, ai rom oggetto di continui pogrom da parte degli sciovinisti ucraini.

Naturalmente noi dobbiamo batterci, in linea con la Costituzione, per una soluzione pacifica dei conflitti internazionali e, quindi, dovremmo batterci per una pace giusta che sarebbe conseguibile solo attraverso uno scioglimento della Nato. Solo in questo modo, dunque, si potrebbe avere una pace giusta e duratura. Visti gli attuali rapporti di forza ci si potrebbe battere per una Ucraina neutrale, democratica in cui sia riconosciuto il diritto dei russofoni all’autodeterminazione, in cui siano riabilitati i comunisti e messi al bando nazisti e filonazisti.

Peraltro a chi sostiene di dover armare gli ucraini che combattono i russi e i russofili, in quanto si tratterebbe di una legittima difesa per difendere la propria terra da un’occupazione militare straniera – tanto da richiamare addirittura la resistenza antifascista e antinazista – occorrerebbe chiedere perché costoro tanto attenti oggi al diritto degli ucraini filoimperialisti all’autodeterminazione, si disinteressano non solo del diritto all’autodeterminazione degli ucraini russofoni, ma non si sono mai minimamente preoccupati del diritto dei palestinesi, per esempio, all’autodeterminazione, né hanno mai pensato di dover armare la resistenza palestinese contro una occupazione sionista che va avanti da decenni. Qui casca l’asino, cioè emerge chiaramente che chi si batte oggi per armare i nazionalisti ucraini, non lo fa in nome di un qualche principio, ma solo perché gli ucraini sciovinisti stanno portando avanti una guerra per procura per conto dell’imperialismo transnazionale, per impedire una qualsiasi forma di multipolarismo a livello internazionale

Del resto, un altro argomento, apparentemente di difficile soluzione per i sinceri democratici e per i comunisti ingenui è che sembrerebbe impossibile schierarsi tanto con i nazionalisti ucraini guidati da Zelensky quanto con i russi guidati da Putin. Naturalmente così posta la questione deve essere rifiutata, perché ci costringerebbe a dover sceglier fra la peste o il colera. D’altra parte non si può né si deve avere dubbi su chi bisognerebbe contrastare in primo luogo, cioè la Nato, reale causa profonda della guerra in corso, e i suoi tirapiedi ucraini che si sono posti come strumento della più aggressiva alleanza interimperialista della storia.

Un altro argomento che si sente ripetere dai sinceri democratici e i comunisti ingenui è che la Russia è un paese imperialista e Putin è un dittatore che ha intrapreso una guerra di aggressione e di conquista. Perciò bisognerebbe sempre, in primo luogo, prendere posizione e condannare nel modo più netto tale aggressione imperialista. Ora, come è evidente a chi ha occhi per vedere, la guerra condotta dalla Russia in Ucraina è completamente diversa dalle aggressioni imperialiste. Tanto che gli strateghi ormai abituati a questo tipo di guerre non fanno che stupirsi per la condotta militare apparentemente irrazionale della Russia. Quest’ultima, difatti, non sta portando avanti la consueta guerra imperialista caratterizzata da bombardamenti a tappeto indiscriminati con lo scopo di terrorizzare la popolazione e costringerla a fare pressione per la resa. Né ha colpito i punti nevralgici dello Stato nemico, distrutto le infrastrutture, l’apparato televisivo, i principali apparati produttivi, le telecomunicazioni e non ha nemmeno colpito l’acqua e la luce. Addirittura la principale centrale atomica del mondo, sebbene sia da molto tempo occupata dai russi, continua a produrre energia per l’Ucraina. Così vi sono perdite sempre molto limitate rispetto alle consuete guerre imperialiste fra gli ucraini [2]. Tanto che l’informazione, ridotta a propaganda terroristica di guerra della Nato, non ha fatto altro che predire, mirando ancora una volta a una profezia che si auto avvera, che la Russia dopo il 9 maggio avrebbe dichiarato guerra all’Ucraina. Smentendo così tutta la propaganda dei grandi mezzi di comunicazione che da subito non hanno fatto altro che irridere e smentire la pretesa del governo russo di condurre una operazione speciale. Mentre al contrario la stessa informazione main stream non ha avuto dubbi a spacciare come operazioni di polizia internazionale, guerre al terrorismo, guerre umanitarie, guerre per esportare i diritti umani etc. le spaventose guerre terroristiche condotte dalle potenze imperialiste. Così le costanti stragi di civili sono state declassate a incidenti di percorso o a effetti collaterali delle guerre “chirurgiche”, con bombe naturalmente “intelligenti”, se perpetrate dalle potenze imperialiste occidentali, mentre quando a combattere è la Russia si assisterebbero ad atrocità inaudite, tanto da paragonare Putin nel migliore dei casi a uno zar nel peggiore a Hitler. Allo stesso modo non si fanno che denunciare gli oligarchi russi, come se questi ultimi non fossero altrettanto perniciosi e potenti in Ucraina e in tutti i paesi imperialisti e filoimperialisti.

Ancora più assurda è la denunciata continuità della Russia di Putin con l’Unione sovietica e, in particolare, con l’Urss staliniana e stalinista. In questo caso la fabbrica del falso supera se stessa, in quanto la guerra non solo è stata giustificata da Putin sulla base delle colpe dei sovietici che si sarebbero inventati una grande Ucraina indipendente, ma il motivo principale della debolezza dell’esercito russo è che a differenza di quello statunitense è stato completamente privatizzato e non esiste nemmeno più quella indispensabile pianificazione che è invece ben presente nell’apparato militare degli stessi Stati Uniti e della Gran Bretagna.

Poi, bisognerebbe sempre chiedersi cosa farebbero gli Stati Uniti se la Russia e la Cina avessero fatto aderire la maggior parte dei paesi americani, a partire da Messico o Canada, alla più potente alleanza militare di tutti i tempi, con il chiaro intento di accerchiare, minacciare e indebolire sempre di più gli Usa. La reazione di questi ultimi sarebbe stata infinitamente più violenta, aggressiva e imperialista della condotta militare della Russia. Pensiamo cosa sarebbe accaduto se Panama prima e poi durante l’aggressione militare degli Stati Uniti fosse stata armata fino ai denti da russi e cinesi; se questi ultimi avessero inviato istruttori militari e sistemi spionistici per colpire i generali statunitensi impiegati nel conflitto e le stesse città degli Usa.

Così quando si denuncia anche da sinistra e da comunisti ingenui la politica imperialista della Russia nei confronti di Ucraina e Georgia, immaginiamoci come avrebbero reagito gli Stati Uniti se russi e cinesi avessero pensato di impiantare persino armi nucleari in Messico e/o Canada e avessero utilizzato tali paesi per fornire basi sicure a forze indipendentiste, per esempio di Porto Rico, che conducessero ripetuti attacchi terroristici negli Usa.

Ancora più sconcertante è quando spesso e volentieri soprattutto a sinistra si denuncia il fatto che l’Europa non abbia una propria posizione indipendente e autonoma rispetto al conflitto in Ucraina. In tal modo si confonde, più o meno consapevolmente l’Unione europea con la Russia, omettendo il fatto che non solo quest’ultima si estende su una porzione significativa del continente europeo, ma che anche la Bielorussia e la neutrale Moldavia, per non parlare delle province russofone dell’Ucraina o della Transnistria non possono considerarsi paesi extra europei, soltanto perché non sono proni alle direttive dell’imperialismo occidentale. Senza contare che ormai la quasi totalità dei paesi dell’Unione europea è parte integrante della Nato, ossia della più potente alleanza militare e imperialista di tutti i tempi, che da sempre ha deciso all’unanimità di farsi guidare dal paese più guerrafondaio, cioè gli Stati Uniti.

 

Note:

[1] Di ciò occorrerebbe sempre ricordarsi quando si denuncia come il governo tagli sempre più fuori dalle decisioni importanti il parlamento, omettendo di ricordare come siano la quasi totalità dei parlamentari e dei partiti in esso rappresentanti ad affidare sempre più i propri poteri all’esecutivo.

[2] Queste ultime sono poi giustificate per la spietatezza dei russi che invierebbero giovani innocenti e ignari a morire senza pietà.

 

03/06/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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