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Videointervista al docente dell'università popolare Antonio Gramsci. 

Un corteo sottotono della piattaforma "Unions" che testimonia comunque di un popolo che ha voglia di tornare protagonista.

Tagli, tagli e ancora tagli all’istruzione pubblica (mentre si finanzia quella privata). Il “gioco delle tre carte” del ministro Giannini non può nascondere le conseguenze dei tagli che colpiscono da anni l’Università pubblica portandola al collasso: il precariato per tutti e per sempre, 30mila immatricolazioni in meno rispetto al 2011, 80mila in meno rispetto al 2003. Intanto 160.000 studenti hanno diritto all’assegno di studio, ma solo 130.000 lo potranno ricevere perché non ci sono i soldi.

La “guerra di classe” che il gruppo di rampanti rottamatori postdemocristiani/demitiani ha scatenato contro lavoratori, precari, pensionati è iniziata con la “conquista” del PD da parte di Matteo Renzi...

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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