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La scia di sangue che accompagna le vicende italiane dal fatidico e miliare 1969 porta l’impronta militante del gregariato neo-fascista, storicamente disponibile a fungere da cane da guardia del privilegio, in una gamma caleidoscopica e patologica di figure di rilievo connesse e funzionali agli equilibri di sistema, così come di comparse incolori e fugaci, dedite alla manovalanza del terrore. Tutte comunque organiche ai progetti di stravolgimento dell’ordine democratico e portatrici di una feroce carica di violenza eversiva.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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