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Jack Frusciante (Varoufakis) è uscito dal gruppo
L’attuale tracollo dell’Unione Europea dell’austerity è un fatto che poteva essere preveduto (ed, in effetti, lo è stato) da più parti già da qualche anno a questa parte. E la causa non consiste certo nel fatto che gli “spendaccioni” di periferia non riescono a rendersi virtuosi. Ancora una volta, è la lente della lotta di classe a spiegare compiutamente i fenomeni. E ad indicare la via d’uscita.
Grecia: comunque vada sarà un disastro
L’unico accordo possibile all’interno dell’Ue non può che riflettere i rapporti di forza tra le classi, che oggi significa compromettere le condizioni di vita della grande massa della popolazione greca, isolata e dunque incapace ad affrontare le sfide e le conseguenze derivanti dall’abbandono dell’Unione o anche solo della sua moneta.
Dal NO greco a un movimento internazionalista
Il No alla proposta della Troika scaturito dal referendum deve diventare un fattore di lotta e di legame con le classi oppresse dalla Troika e dai governi nazionali che ne fanno le veci. Le classi subalterne in Grecia hanno dimostrato la volontà e la forza di lottare. Ma hanno bisogno del sostegno di un movimento internazionale che sappia sviluppare un'analisi e una coscienza della lotta di classe. In sostanza, di un movimento internazionalista.
Grecia-Ue. Il thrilling della trattativa
L'incertezza dei risultati del confronto tra Grecia e troika impone di tenere aperta la via dell'uscita dall'euro. I motivi della rigidità delle istituzioni europee, che potrebbero essere irriformabili. Il ruolo dei comunisti.
Grexit o un nuovo asse con Russia e Cina?
Uno spettro si aggira per l'Europa, e non è il comunismo ma la Grexit: l'uscita della Grecia dall'Euro, il default. La notizia è sempre la stessa e - come è noto - viene rimessa in circolazione ogni volta che Atene prova a opporsi ai pressing tedeschi su riforme e misure di austerity, senza le quali i rubinetti del prestito vengono chiusi.
Tsipras-Varoufakis, braccio di ferro con l’Europa
Tsipras un anno fa. Non c’era sentore di una vittoria elettorale così superba, nessuno poteva avere la certezza che ce l’avrebbe fatta a diventare primo ministro. Ma sul “Der Spiegel” il giovane greco veniva già definito “il nemico numero uno dell’Europa”.
Il contagio greco e la rivoluzione culturale in Europa.
Il compromesso dei quattro mesi – uno in più dei termini di Shylock e due in meno di quelli richiesti da Atene – presentato lunedì scorso a Bruxelles dal Ministro Yanis Varoufakis è ancora in bilico, e verrà probabilmente emendato prima dalla imminente scadenza del 28 febbraio. È un cedimento del Primo Ministro Alexis Tsipras?
Grecia: prove di lotta di classe europea?
La necessità per un sindacato, un collettivo, un’associazione e qualsiasi altra forma organizzata di lavoratori di incardinare le cosiddette politiche di austerity nel proprio quadro analitico, è ormai questione fin troppo ovvia. Così come ovvia appare la necessità di liberare tali analisi dalla cappa economicistica che può strangolarla.
Le Confusioni di un marxista eccentrico. Note a margine
Quando scelsi la mia tesi di dottorato, nel 1982, scelsi di proposito un argomento fortemente matematico e un tema in cui il pensiero di Marx era irrilevante. Quando, in seguito, mi imbarcai nella carriera accademica, da lettore nelle facoltà di economia convenzionale, il contratto implicito tra me e le facoltà che mi offrivano il posto era che avrei insegnato il genere di teoria economica che non lasciava spazi a Marx.
EUrabbia
Noi comunisti nel congresso abbiamo detto: “disobbediamo ai trattati!”, facciamo leva sulle contraddizioni del monetarismo Ue a trazione tedesca, sottraiamoci al ricatto del moderno “Mago di Oz”, di un’Unione europea che gioca con carte truccate. Ma cosa vuol dire, in concreto, disobbedienza? Come si declina questa linea, al centro ed in periferia, vale a dire nelle regioni, nei comuni, nelle politiche di bilancio e fiscali?