Scegliamo la costituzione, non la speculazione appello per la difesa del bene comune, contro la legge stadi

I Comitati cittadini di Milano, Parma e Roma hanno unito le forze per opporsi alla realizzazione di interventi edilizi, pure diversi, che, tuttavia, comporterebbero analoghi, incredibili, impatti in termini di consumo di suolo, carico urbanistico, emissioni inquinanti e climalteranti. Sostieni questa battaglia firmando l’appello e diffondendolo


Tre realtà locali, tre importanti città italiane, tre progetti di nuovi stadi di calcio, una battaglia comune.

Comitati cittadini di Milano, Parma e Roma hanno unito le forze per opporsi alla realizzazione di interventi edilizi, pure diversi, che, tuttavia, comporterebbero analoghi, incredibili, impatti in termini di consumo di suolo, carico urbanistico, emissioni inquinanti e climalteranti. E dietro cui c’è un’unica legge, la cd. Legge Stadi (dalla legge di stabilità n° 147/2013, alla legge n° 96/2017, di conversione del D.L. n° 50/2017, fino al d.lgs. 28/02/2021 n. 38 e aggiornamento d.lgs. n. 120 del 29 agosto 2023), per cui il rifacimento degli impianti sportivi è solo il pretesto per nuove speculazioni immobiliari.

Le insidie, peraltro, comuni come il bene che si intende tutelare, non stanno solo nella sostanza, ma anche (necessariamente) nella forma dei procedimenti amministrativi con cui si intende dar corpo a questi progetti. Frequenti e defatiganti, infatti, sono i tentativi di impedire ai cittadini l’accesso alle informazioni relative ai progetti o ai titolari effettivi delle società proponenti. Così come elusa o banalizzata è la partecipazione civica ai relativi processi decisionali. 

Il modello di urbanistica e governo del territorio posto in essere dalle Amministrazioni comunali in relazione alla questione stadi è, per tutte queste ragioni, lungi dall’essere espressione di una democrazia matura e presente alle esigenze del territorio.

Per queste ragioni, i casi di Milano, Parma e Roma sono importanti ed esemplari. Non solo di per sé, ma perché rappresentano modalità di gestione del patrimonio artistico e del territorio italiano, pericolose quanto diffuse. Non si tratta di mere storie locali. C’è molto di più. E non possiamo farci distrarre, perdendo di vista la partita realmente in gioco e il contesto nazionale, ambientale, sociale ed economico, in cui ci muoviamo. 

Forti anche del sostegno di esperti e intellettuali che condividono l’allarme lanciato dai cittadini e sono impegnati, su fronti diversi, per costruire un modello diverso e più sostenibile1, dopo un primo incontro pubblico condiviso2, i tre Comitati lanciano, dunque, una sfida, alta e ampia. Il primo obiettivo di questa mobilitazione riguarda il superamento della Legge stadi che, oggi ancor di più, si appalesa contraria all’utilità sociale e alla tutela dell’ambientedi cui agli articoli 9, 17, 32, 41 e 42 della Costituzione, anche in relazione agli artt. 21 e 146 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42). Ciò, in quanto:

1. sottrae alle Soprintendenze le loro funzioni essenziali in materia di tutela dei beni culturali e le sgancia dalla loro finalità istituzionale fondamentale, che è quella di garantire la compatibilità dei progetti con l’interesse pubblico protetto;

2. lo fa attraverso un breve inciso, in uno strumento normativo non organico e avente un oggetto diverso e altro, senza alcun coordinamento con le altre fonti normative in materia. 

A tal fine, i Comitati di Milano, Parma e Roma lanciano un APPELLO FORTE E DIRETTO 

  • alla politica e a chi ricopre incarichi di governo, nazionale e locale, perché ascolti con attenzione chi vive i territori e si faccia realmente portatore delle istanze emerse, con urgenza e consapevolezza;– ai professionisti e ai docenti universitari, le cui competenze ed esperienze devono confrontarsi con la realtà delle nostre città e che non possono (più) esimersi dall’assumere le responsabilità connesse alle loro scelte; 
  • alla società civilee a tutti i cittadini, singoli e riuniti in Associazioni e Comitati, impegnati nella difesa del verde pubblico e dei beni comuni, affinchè trovino una via comune e concreta di resistenza; 
  •  ai giornalisti, perché queste storie abbiano finalmente vita e volti; 
  •  agli intellettuali, la cui voce e le cui riflessioni tanto mancano al dibattito pubblico; 
  •  a tutti, per sostenere e alimentare i ricorsi che si dovessero rendere necessari, per adire i Parlamento e le Autorità Europee, per avanzare interrogazioni e iniziative parlamentari

 

 Per firmare: https://www.change.org/p/scegliamo-la-costituzione-non-la-speculazione-no-alla-legge-stadi?recruiter=1304432147&recruited_by_id=b85d63c0-d907-11ed-89c0-f1cfd8b8ed03&utm_source=share_petition&utm_campaign=share_for_starters_page&utm_medium=copylink

PER CHIEDERE L’ABOLIZIONE DELLA “LEGGE STADI”

06/10/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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