L’ellenismo

Dal punto di vista politico l’ellenismo è caratterizzato dall’universalismo, necessario al governo di grandi strutture interetniche e multiculturali. Se l’universalismo consente di superare il particolarismo delle città-Stato greche, tuttavia non è in grado di ricomprendere al proprio interno gli elementi di democrazia e le libertà di cui godevano i cittadini delle polis.


L’ellenismo
  1. Introduzione generale: storica ed economico-sociale

Introduzione storica

Dopo la sconfitta di Atene da parte di Sparta nella storica battaglia di Egospotami, con cui si conclude la lunga e fratricida Guerra del Peloponneso, il mondo greco entra definitivamente in crisi, anche perché nessuna polis, se non brevemente Tebe, riesce più a unificare – come aveva fatto a lungo Atene – sotto la propria egemonia il mondo ellenico. Di questa situazione approfittano le potenze esterne, evocate dagli stessi greci in lotta fra loro. Sparta per sconfiggere Atene non aveva esitato a chiedere aiuto agli storici nemici del mondo ellenico, i persiani, che ne approfittano per tentare di intromettersi nella vita interna delle polis. Ancora più pesanti sono le ingerenze della Macedonia, che sotto il re Filippo aveva rafforzato il potere monarchico e, a partire dalla seconda metà del IV secolo, interviene sempre più spesso in Grecia. In questa drammatica situazione il mondo greco si spacca ancora una volta, fra quanti vedono con favore questo intervento poiché Filippo è di ceppo ellenico e può realizzare l’unità delle polis greche e chi, come Demostene, al contrario, mette in luce la micidiale minaccia macedone alla stessa autonomia delle polis. Tuttavia, la lega delle polis, costituita per fronteggiare Filippo, è sconfitta dalla falange macedone nella storica battaglia di Cheronea del 338 a. C. A Filippo succede poi il figlio, Alessandro Magno, il più grande condottiero e conquistatore dell’antichità – tanto che si spingerà alla guida delle sue truppe fino all’India – il quale ha favorito la diffusione della cultura greca e la contaminazione fra la cultura ellenica e la cultura che si era sviluppata precedentemente nel mondo orientale.

Le Caratteristiche generali dell’ellenismo

L’età ellenistica va dalla morte di Alessandro Magno, nel 323 a. C., alla battaglia di Azio del 31 a. C., mediante cui i romani conquistano l’ultimo regno ellenistico indipendente: l’Egitto. L’ellenismo è caratterizzato dall’unificazione del mondo antico sotto il segno della lingua e cultura greca – poi rielaborata a Roma fra il II secolo a. C. e il II d. C. e, infine, dal cristianesimo fra il III e il V d. C. – e dalla simbiosi della cultura greca con quella orientale. Dopo la morte di Alessandro Magno il suo enorme impero è diviso fra i suoi generali in tre regni ellenistici principali: la Macedonia, l’Egitto e l’Asia.

L’ellenismo dal punto di vista politico

Dal punto di vista politico l’ellenismo è caratterizzato dall’universalismo, necessario al governo di grandi strutture interetniche e multiculturali. Se l’universalismo consente di superare il particolarismo delle città-Stato greche, tuttavia non è in grado di ricomprendere al proprio interno gli elementi di democrazia e le libertà di cui godevano i cittadini delle polis. Anche se le poleis formalmente sopravvivono e sono onorate nel mondo ellenistico, ma la loro autonomia è ormai ridotta a ricordo di un glorioso passato destinato a non ritornare.

Dal cittadino pubblico al suddito privato

Al posto delle polis greche vi sono ora monarchie assolute e orientaleggianti con dei sovrani considerati come semi-dei. Religione e politica tendono a fondersi nella figura del re che si presenta ai suoi sudditi come un essere provvidenziale che governa per il bene dei propri sudditi. Il sovrano impersona lo Stato e non è attorniato da un’aristocrazia, ma governa attraverso un’estesa burocrazia. La sua forza risiede nel controllo di un esercito di mercenari. Il cittadino protagonista della vita pubblica greca diviene il suddito, più o meno costretto a ritirarsi a vivere in un ambito sempre più privato.

L’ellenismo dal punto di vista economico e sociale

Dal punto di vista economico e sociale l’ellenismo è caratterizzato dall’ampliarsi dei commerci dal mediterraneo verso l’oriente. Le metropoli ellenistiche hanno carattere cosmopolita anche per l’aumento del numero degli schiavi, oramai di tutte le etnie e nazionalità. Così il processo produttivo poggia più che mai sullo schiavismo.

Contraddizioni sociali dell’ellenismo

Ciò comporta l’impoverimento dei ceti dei liberi lavoratori – contadini, artigiani, commercianti – sempre più in difficoltà nel reggere la concorrenza con i grandi produttori che sfruttano, su scala sempre più ampia, il lavoro servile. Sorgono nuovi ricchi – grandi mercanti, appaltatori e speculatori – ma aumenta la polarizzazione sociale e il conflitto fra ceti sociali differenti. Aumenta anche la corruzione e il malcostume pubblico e la frattura fra individuo e collettività, in quanto l’individuo è sempre più spinto a estraniarsi dalla vita politica e dalla vita pubblica e a ripiegare nella sfera del privato.

  1. La cultura dell’ellenismo

Anche la cultura del mondo ellenistico tende a rispecchiare la società, o meglio la frattura fra individuo e società. Perciò le due strade che si presentano all’intellettuale dell’epoca sono: il ripiegarsi sul proprio animo e sui temi etico-esistenziali, come faranno i filosofi greci, oppure dedicarsi a ricerche specializzate, come faranno i dotti alessandrini, grazie anche ai notevoli mezzi economici elargiti dal sovrano. L’esempio più significativo di ciò è la biblioteca di Alessandria d’Egitto, che conteneva ben 700.000 volumen

Il grande sviluppo delle scienze particolari

Assistiamo così a un grande sviluppo delle discipline particolari, con Euclide per quanto concerne le scienze matematiche, Archimede per quanto riguarda la fisica e Aristarco di Samo per l’astronomia. Assistiamo inoltre a uno sviluppo del genere delle “vite”, ossia delle biografie di personaggi illustri, e della “dossografia”, ossia della raccolta di opinioni su uomini importanti, da cui nasce la prima rudimentale storia della filosofia; uno dei pochi esempi rimasti, anche se tardo – III sec. d. C. – è Vita e dottrine dei filosofi greci di Diogene Laerzio.

L’autonomizzarsi e lo specializzarsi delle scienze

Tuttavia questo grande sviluppo delle scienze particolari comporta anche il venir meno dell’unitarietà del sapere, come era nell’enciclopedia delle scienze di Aristotele. Assistiamo così a un processo di autonomizzazione e specializzazione delle scienze, che non sono comprese all’interno di un sistema filosofico complessivo. Vi è, quindi, una separazione tra filosofia e scienza, anche se quest’ultima non è priva di uno sfondo filosofico, non sul piano dei contenuti – su cui pesa la perdita di una visione globale e unitaria del mondo – ma soprattutto nelle strutture logico-concettuali e metodologiche.

Il disprezzo del lavoro manuale produce la separazione fra scienza e tecnica

Assistiamo anche alla separazione fra scienza e tecnica, in quanto della scienza si sviluppa solo l’aspetto teorico e si trascura quello pratico-applicativo. I motivi di ciò sono da ricercare nella struttura schiavistica della società, non stimolata a inventare strumenti di lavoro. Così, come in tutte le società schiavistiche, si sviluppa anche nell’ellenismo un aspetto psicologico-sociale che porta a disprezzare il lavoro manuale, ritenuto appropriato solo a uomini inferiori.

La separazione fra scienza e società

Vi è infine da ricordare la separazione fra scienza e società, per cui nella società ellenistica l’intellettuale non si rivolge più alla polis e, tantomeno, al popolo, ma agli altri dotti. La ricerca scientifica diviene pura, fine a se stessa, si depoliticizza. L’intellettuale alessandrino o, meglio, il dotto vive in una dimensione essenzialmente individualista.

Il declino di Alessandria e del pensiero scientifico

L’estendersi della conquista romana fin sull’altra sponda del Mediterraneo porta gradualmente anche alla decadenza della cultura scientifica, di cui l’Egitto, e Alessandria in particolare con la sua Biblioteca e il suo Museo, erano il centro principale.

L’incendio della biblioteca di Alessandria

Lo sviluppo del pensiero scientifico, avviato intorno al 300 a. C., è interrotto bruscamente nell’anno 145 a. C., anno in cui il Museo è danneggiato a causa della guerra civile e in cui una grave rottura tra il re d’Egitto e gli intellettuali greci costringe questi ultimi ad abbandonare Alessandria. Inizia quindi un inesorabile periodo di decadenza. Nel 48 a. C., durante la campagna di Cesare in Egitto, la biblioteca è incendiata, con la perdita di moltissimi volumen. Nel 30 a. C. con la conquista di Ottaviano, l’Egitto diviene una provincia romana. Alessandria perde di importanza e gli intellettuali rimasti si limitano a ruminare la cultura del passato. Fra tanti epigoni spiccano però nel II secolo d. C. due grandi scienziati: Tolomeo e Galeno.

28/07/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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