Chi ha fallito, il capitalismo o il socialismo?

La ripresa della propaganda anticomunista negli USA è la risposta dei media e degli intellettuali organici alle classi dominanti ma gli argomenti utilizzati mostrano le debolezze e le contraddizioni di sempre.


Chi ha fallito, il capitalismo o il socialismo?

Recentemente, quasi ogni numero del Wall Street Journal esce con un tentativo di contrastare il crescente supporto pubblico al socialismo, e questa è la migliore dimostrazione che Marx ed Engels ci avevano visto giusto quando scrissero nel Manifesto del Partito Comunista che lo spettro del comunismo perseguita sempre la classe dominante.

L'ultima incursione nella campagna lanciata dal quotidiano finanziario è un pezzo patetico uscito lo scorso 10 aprile, firmato da Joshua Muravchik, dal titolo: “Il Socialismo fallisce sempre”. Muravchik è un neoconservatore ortodosso che si era già distinto per aver invocato una non provocata guerra aerea americana contro l'Iran. Si guadagna da vivere esercitando la professione di anticomunista e da sedicente “eminente studioso” presso vari think tank aziendali. Evidentemente deve essere mosso da un senso di colpa per aver creduto nel socialismo quando guidò la Lega dei Giovani Socialisti tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70; in seguito fu attivo nelle file dei socialdemocratici statunitensi, virulentemente anticomunisti e strettamente legati alla CIA.

Ad ogni modo adesso Muravchik avversa anche la socialdemocrazia di destra. Il punto cruciale del suo pezzo è Bernie Sanders, definito “esca rossa”, e tutti gli altri politici tentati da una qualsivoglia idea di socialismo, sostenendo che è un sogno delirante. Crede che il socialismo abbia avuto successo una volta sola nella storia, e comunque solo temporaneamente, nei kibbutz israeliani - insediamenti agricoli che si ispiravano alle comunità socialistiche utopistiche diffuse nel XIX secolo negli Stati Uniti, prima di essere assorbite dalla circostante e dominante società capitalista.

Friedrich Engels nel suo “L'evoluzione del socialismo dall'utopia alla scienza” ha dimostrato che, mentre il capitalismo crea la classe operaia e genera inevitabilmente i movimenti per un cambiamento rivoluzionario, il socialismo non può essere realizzato all’interno della struttura della società capitalista. Il socialismo si realizza solo quando la classe lavoratrice prende il potere, elimina lo stato capitalista e stabilisce un governo rivoluzionario che può difendersi dalla controrivoluzione e governare per conto dei lavoratori.

Muravchik ovviamente rifiuta questa impostazione considerandola fuorviante nel migliore dei casi, e ritiene che il capitalismo sia destinato a prevalere sempre. Ma proprio nella stessa edizione del Wall Street Journal si trova un articolo che offre una valida ragione per credere altrimenti.

Nell’articolo, avente ad oggetto la crescita economica globale, Josh Zumbrun riferisce che, a differenza delle previsioni per tutti i principali paesi capitalisti, il Fondo Monetario Internazionale ritiene che l'economia cinese crescerà più velocemente del previsto nel 2019. Prevede una crescita del 6,3%, mentre la crescita negli Stati Uniti sarà al massimo del 2,3%. Secondo l’articolo, la Federal Reserve ritiene che la crescita degli Stati Uniti sarà del 2,1%.

Muravchik riconosce che sei paesi nel mondo sono oggi guidati da partiti comunisti, che si dedicano alla costruzione del socialismo e, in ultimo, alla società senza classi del comunismo. Sono paesi con economie in via di sviluppo che ricorrono a varie forme di capitalismo per acquisire le competenze, la tecnologia e il capitale per costruire il socialismo.

Il Presidente Cinese, Xi Jinping ha affermato di attendersi che il suo paese divenga “moderatamente prospero” entro il 2021 e realizzi “una moderna società socialista, forte, democratica, colta e armoniosa entro il 2049”.nLe sue previsioni economiche sono pienamente in linea con quelle delle principali istituzioni economiche capitaliste

Sotto la guida del Partito Comunista, tra il 1978 e il 2015 la Cina ha già ottenuto il sorprendente risultato di far uscire 700 milioni di uomini e donne fuori dalla soglia di povertà. Secondo un recente sondaggio Pew, l'87% della popolazione cinese è soddisfatta della propria economia, che comprende un tasso annuo dell’11% di aumento del reddito.

Mentre la Cina di solito viene descritta come la seconda più grande economia al mondo dopo gli Stati Uniti, il Fondo Monetario Internazionale e la CIA affermano che, in base ad alcuni indicatori più accurati, la Cina ha superato gli Stati Uniti nel 2014 e che la sua economia supererà quella degli Stati Uniti del 40% nel 2022 (Wall Street Journal, 17 ottobre 2017).

Dinamismo e impegno simili per costruire il socialismo prevalgono anche negli altri paesi guidati da un Partito Comunista.

Pertanto, nonostante l’astio di Muravchik, il socialismo difficilmente “fallisce sempre” come lui afferma. Anzi ha appena iniziato a raccogliere i primi successi. È la fede di Muravchik nel capitalismo a dimostrarsi una pura illusione.

Il capitalismo è invischiato da anni in una crisi inestricabile e senza fine. Gli Stati Uniti sono di gran lunga il paese più benestante della storia umana, ma, dopo più di 200 anni, il capitalismo statunitense non è riuscito a garantire sicurezza economica e giustizia sociale ai lavoratori. La sua immensa ricchezza è concentrata nelle mani di gruppi, in continua diminuzione, di alcune centinaia di miliardari e si dedica principalmente a generare sempre maggiore ricchezza per quei pochi. Per il popolo, l'unico futuro che riserva il capitalismo è fatto di guerra, diseguaglianze, difficoltà economiche, riduzione della democrazia e distruzione dell'ambiente.

Lo spettro del comunismo continuerà quindi ad ossessionare Wall Street. Il supporto al Socialismo continerà a crescere. La sua vittoria è inevitabile.

Pubblicato su: Peoplès World, 19 aprile 2019

Traduzione dall’inglese di Zosimo

27/04/2019 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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