un’aquila no costui
nel livore morchioso
d’una palude asfittica
diffidente si addentra il mio scrutare
l’espressione è fissa scadente stereotipata insicura
fronte inanimata
a mento alto un sorriso soddisfatto
a momenti unica eccezione
– ma di che cosa soddisfatto
della morte d’innocenti
colpevoli di inferiorità di razza
prima la razza italiana
noi italiani prima razza? –
emette suoni scanditi fibrosi senza dibattito scuri
slogan funerei sempre gli stessi
per l’Italia un progetto di futuro luttuoso
fondato sull’eliminazione degli altri
anche la morte se necessario
anche di bambini
Hitler e Stalin l’hanno già fatto
un’aquila no costui che s’illude di poter giostrare
quest’enorme pancia intossicata d’ignoranza
gettandole in pasto un facile nemico
ma che si rivolterà livida contro chi l’ha usata
quando si scoprirà tradita
un’aquila no costui che si fa forte dell’odio
animale di masse d’inetti impauriti che
insoddisfatti dalle proprie scelte scadenti
al richiamo di sirene malvage s’affidano fragili
gli antichi mostri nella manica del male sempre pronti
(Castelvetro di Modena 2 agosto 2018)