Spunta una nuova pista sul perché sia morto con la testa mozzata: si indaga anche sul suo doppelganger.
di Riccardo Filesi
Ancora a distanza di giorni nuove indiscrezioni fanno emergere una nuova pista sulle indagini sulla misteriosa morte del pulitore imprenditore Cesare A., generando una trama ingarbugliata dalle tinte psicodrammatiche.
Gli inquirenti sono infatti alle prese con un'altra pista emersa, indagando sull'ipotesi che il crimine sia stato compiuto dal suo doppelganger. Ad un'attenta osservazione a ritroso dei fatti, in più di un'occasione c'è chi aveva notato non poche perplessità e titubanze del pulitore ogni qual volta doveva darsi degli ordini come imprenditore. Ciò che emergeva era una contraddizione insanabile. In particolare alcuni amici ricordano un episodio nel quale un 27 di alcuni mesi fa (il 27 è giorno di paghetta mensile, n.d.r.) lo hanno sentito litigare in modo furibondo con sé stesso, mentre era chiuso in bagno e la radio suonava What a wonderful world cantata da Luis Armstrong.
Spesso lo sentivano persino cambiare voce, e passare da quella dimessa e remissiva del pulitore impegnato nei suoi compiti quotidiani di pulizia delle stanze a quella energica e sicura dell'imprenditore mentre dava ordini su come pulire, dimostrando una frammentazione inquitante della sua povera personalità. In più di un'occasione il pulitore aveva dovuto soccombere sotto la pressione del ricatto padronale, pena il licenziamento, ed accettare un pesante taglio salariale vista la crisi che aveva travolto anche la sua attività.
In quella circostanza, dopo aver tentato di alzare anch'egli la voce, oltre che la testa, si era sentito rispondere con tono fermo e deciso, dall'altro sé stesso, che in fondo si stava sulla stessa barca, e lo sforzo e le difficoltà dell'intera impresa inevitabilmente ricadevano anche sul pulitore. Doveva inoltre essere contento di poter ancora far parte di un progetto comune. Il pulitore, secondo alcuni testimoni e amici, era sempre più stanco e depresso, mentre l'imprenditore di contro assumeva atteggiamenti cinici e sprezzanti della sua dignità.
Il doppelganger stava prendendo il sopravvento. Secondo questa ipotesi quindi il pulitore salito in ascensore avrebbe meditato l'orrenda fine del suo alter ego imprenditore facendo finta di dimenticarsi la spina al di fuori della porta prima che si chiudesse ed iniziasse a salire. A quel punto una lotta furibonda è scattata tra le due personalità con un esito infausto ed una morte orribile di entrambi i contendenti. Un agghiacciante mezzo sorriso stampato sulla testa mozzata, quasi un ghigno satanico immerso in un lago di sangue, è stata la scena da film horror che i primi soccorritori, e gli inquirenti in seguito, si sono trovati di fronte.