Mentre continuano le contestazioni all’ennesimo disegno di legge sulla scuola ho provato a riflettere su quali fossero le matrici e la genesi di questa sciagurata “sindrome da interventismo” che pare colpire ogni compagine governativa da qualche lustro. 

In ostilità aperta con la Russia come nemico da esercitazione, e non soltanto, la Nato gioca una strana partita dichiarata di prevenzione ma che somiglia alla provocazione. Alla ricerca di che, nel nome di chi, per quali obiettivi? Troppe domande senza risposte mentre la corsa al riarmo prosegue. 

Un generale iraniano dal nome evocativo e con una vaga rassomiglianza con Sean Connery tiene sotto assedio Tikrit, alla testa di un esercito di 45mila uomini. La presenza di Qassem Suleimani, e per mezzo di lui della Repubblica Islamica, al comando delle forze irachene-sciite nella battaglia per strappare all'Isis la città natale di Saddam, era ed è fonte di inquiteudine e sospetto per molte paia di occhi. 

Da mesi un comitato promotore formato da organizzazioni e personalità della sinistra che si oppone alle politiche neoliberiste di austerità (dal PRC a SEL, dalla FIOM a personalità politiche, sindacali e culturali tra cui Camusso, Rodotà, Zanotelli, Fassina) ha avviato una campagna a sostegno della legge di iniziativa popolare che modifica l’art.81 della Costituzione

Rabbia e determinazione. Questo é quanto si legge sui volti degli inquilini che hanno manifestato in queste settimane per il diritto alla casa in ogni città della Toscana, fin sotto il palazzo del Consiglio Regionale a Firenze.  

In Siria, le forze saudite attaccano su due fronti: il Nord ed il Sud. Al Nord, la città “lealista” ed in maggioranza sunnita di Idlib è accerchiata dalle milizie legate ad Al Qaeda. Queste milizie utilizzano armi americane, in particolare dei missili TOW, per venire a capo della resistenza dell’esercito siriano e delle forze popolari che difendono la loro città e le loro terre. Uno dei comandanti di Al Qaeda nelle operazione ad Idlib è un sceicco saudita chiamato Abdallah al Mouhaisni. 

C’è un nuovo terreno di scontro nelle scuole italiane. Si sta giocando una partita ad armi pari fra vecchio e nuovo ordinamento, fra tradizione e innovazione. Questa volta il premier e la sua ministra sono fuori dalla partita, stanno in panchina a guardare.

In tre ore di audizione davanti alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo, il Presidente della Banca Centrale Europea (Bce) Mario Draghi ha sciorinato ottimismo sugli effetti del Quantitative easing (Qe) da poco introdotto e che, con Pasquale Vecchiarelli, abbiamo esaminato su questo periodico. A quell'articolo rimandiamo per i rilievi critici sullo strumento.

Tra poco meno di un mese, il 21 aprile, la Regione Toscana sarà chiamata dal Tribunale di Firenze a difendere con i propri legali la sua legge elettorale, il cosiddetto Toskanellum, una specie di Italicum in salsa toscana, nato dall’accordo­inciucio dell’estate 2014 tra il segretario regionale del Pd, Dario Parrini, e lo storico proconsole di Denis Verdini, Massimo Parisi, di Forza Italia. 

Come è noto, sabato 21 marzo si è tenuta nella sede dell’Acquario Romano la riunione della cosiddetta sinistra del Pd. In sostanza, al di là di alcune eccezioni, si trattava del vecchio ceto politico dei Democratici di Sinistra e quindi, in ultima analisi, del gruppo dirigente proveniente dal Pci, recentemente estromesso dal potere, sia nel partito sia nelle istituzioni, dall’avvento di Renzi e dei renziani. Lo spettacolo è stato desolante, direi, quasi pietoso, ma appare utile fare una riflessione generale su quanto emerso in quella sede e sulla linea di condotta che questo gruppo sta tenendo, in quanto, come vedremo, tale tattica, se così può essere chiamata, sta avendo importanti ripercussioni sulla linea della Cgil e quindi sullo sviluppo complessivo del movimento dei lavoratori e dell’opposizione sociale alle politiche del governo. Ma procediamo con ordine. Prima i fatti.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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