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Il governo del Fronte popolare spagnolo
Come in Francia anche in Spagna si afferma un fronte popolare, che per la prima volta ha unito tutte le forze di sinistra: radicali, socialisti, anarchici e comunisti intorno a un governo democratico uscito vincitore dalle elezioni politiche del 1936, che intende rinnovare in profondità le arcaiche strutture socio-economiche del paese a partire da una radicale riforma agraria. Come già in Francia, anche in questo caso la vittoria elettorale galvanizza le masse popolari che intensificano al massimo le lotte sociali, convinte di non aver più un governo avverso.
Dal golpe di Franco alla guerra civile spagnola
L’alta borghesia, l’aristocrazia agraria e l’alto clero – terrorizzati dal veder mettere in discussione il proprio predominio culturale, economico, politico e, di conseguenza, i loro privilegi – trovano il loro paladino in Francisco Franco, comandante in capo delle truppe coloniali spagnole in Africa. Il generale si pone a capo di un colpo di stato militare anti-repubblicano, anti-democratico e, naturalmente, anti-socialista, per restaurare uno Stato autoritario e rigidamente gerarchico. Il governo popolare democraticamente eletto, dopo aver vanamente cercato di sedare pacificamente il golpe, si decide infine a distribuire le armi al popolo, per potersi difendere con un esercito popolare di contro alla gran parte dell’esercito insorta con Franco, da subito appoggiato dai fascisti spagnoli. Inizia una terribile guerra civile, che si protrae per due anni 1938-39 e che sarebbe ben presto divenuta il primo campo di battaglia ideologico e militare fra il fascismo e l’antifascismo internazionale.
L’Italia fascista dopo l’aggressione all’Etiopia interviene in Spagna al fianco di Franco
Il regime totalitario capitanato da Benito Mussolini si era come mai prima rafforzato dopo l’aggressione imperialista all’Etiopia del 1935 – ultimo Stato africano rimasto indipendente, in quanto povero e cristiano, e membro della Società delle nazioni, che impone blande sanzioni all’Italia, utili a far passare gli aggressori imperialisti come vittime dinanzi al proprio popolo, in quanto sanzionati da potenze come la Francia e il Regno Unito che disponevano di enormi imperi coloniali. Il duce salda l’alleanza con Adolf Hitler, partecipando in modo congiunto all’aggressione al governo democratico spagnolo, sostenendo le forze golpiste. L’Italia fascista invia ben 70.000 uomini a combattere con le forze fedeli a Franco, spesso contadini poveri fatti imbarcare con il miraggio di ottenere nelle colonie africane le agognate terre.
L’intervento dei nazisti e degli antifascisti
I tedeschi, decisamente più avanzati tecnologicamente e industrialmente degli alleati italiani, contribuiscono al colpo di Stato della destra spagnola principalmente inviando cacciabombardieri – che, per la prima volta, bombardano indiscriminatamente in modo terroristico la popolazione civile europea mentre quella coloniale era stata già pesantemente colpita e terrorizzata dalle potenze imperialiste – carri armati e artiglieria pesante. Dall’altra parte, antifascisti di tutto il mondo, compresi gli esuli italiani all’estero, si arruolarono come volontari per partecipare alla guerra contro il fascismo dando vita alle brigate internazionali, schierate in difesa del governo spagnolo democraticamente eletto.
In un primo momento l’entusiasmo popolare e degli internazionalisti riesce nel miracolo di sconfiggere le truppe golpiste e nazi-fasciste, sebbene meglio organizzate e armate. Tuttavia alla lunga il governo spagnolo è destinato alla sconfitta, se non appoggiato come l’esercito di Franco da potenze internazionali. Tuttavia sia la Gran Bretagna che la Francia, nonostante sia governata anch’essa dal Fronte popolare, si rifiutano di sostenere nei fatti un governo troppo caratterizzato dalle forze di sinistra e gli unici appoggi giungono dalla lontanissima Urss.
Inoltre, nella composita coalizione che sostiene la repubblica democratica si aprono ben presto dei conflitti fra le forze repubblicane e radicali e le forze anarchiche e trotskiste, che considerano la guerra come una fase della lotta di classe. Con le prime finisce con lo schierarsi lo stesso partito comunista, su pressioni dell’Unione sovietica, che mal vede la relativa forza della componente trotskista nella componente più radicale ed estremista della resistenza spagnola.
La caduta della Repubblica spagnola
Nel 1939, con la conquista di Barcellona da parte delle truppe di Franco, la guerra si chiude con l’affermazione di un nuovo regime dittatoriale di destra in Spagna e la conseguente fuga in Francia di schiere di profughi politici, civili e uomini di cultura. Ai 600.000 morti della guerra, alle città rase al suolo dall’aviazione nazista – come Guernica immortalata in un celebre quadro di Pablo Picasso – si aggiungono rappresaglie e massacri indiscriminati di antifascisti, che proseguono senza sosta fino al 1952, mietendo altre 110.000 vittime.
L’escalation delle aggressioni internazionali nazi-fasciste
La sconfitta della Spagna repubblicana rafforza le tendenze alle aggressioni imperialiste dei regimi fascisti. A tale scopo, nel 1936 è siglato l’Asse Roma-Berlino, che nel 1937 si estende anche al Giappone imperialista mediante il Patto anti-Komintern, volto a preparare l’aggressione all’Urss su due fronti. Nello stesso 1937 inizia l’aggressione imperialista del Giappone alla Cina, propedeutica all’aggressione all’Urss. Nel marzo del 1938 la Germania si annette l’Austria, dopo aver fatto uccidere il cancelliere di questo paese alleato di Mussolini. L’Italia abbandona la Società delle nazioni, mentre la Germania lo ha già fatto, subito dopo la presa del potere da parte di Hitler. In Germania si rilancia su grande scala l’antigiudaismo che si estende anche all’Italia dove sono varate, sul modello tedesco, le leggi razziali nel 1938.
L’acquiescenza dei conservatori favorisce le ambizioni di Hitler
A tale aggressività delle forze fasciste sul piano internazionale si oppone apertamente unicamente l’Unione sovietica, mentre il Regno Unito sotto la guida del conservatore Neville Chamberlain mira segretamente a favorire lo scontro fra la Germania hitleriana e l’Urss. Anche in Francia i nuovi governi di destra, un po’ per allontanare l’esercito nazista dalle proprie frontiere, un po’ per prevenire un nuovo governo del Fronte popolare, che era stato sponsorizzato dall’Urss, vedono di buon occhio che l’aggressività tedesca tenda a sfogarsi verso est. Tale remissività delle potenze imperialiste liberal-democratiche consente a Hitler di rilanciare la spinta a est per la conquista dello spazio vitale per le industrie tedesche, altrimenti a rischio di essere soffocate dalla crisi di sovrapproduzione, permanendo nel modo capitalistico di produzione.
Dall’invasione dei Sudeti al Patto di Acciaio
Nel 1938 la Germania hitleriana occupa militarmente i Sudeti, regione della Cecoslovacchia dove era presente una minoranza di lingua tedesca. Vista la mancanza di reazione da parte di Francia e Regno Unito, Hitler comprende che può conquistare l’intero paese, come gli conferma il Congresso di Monaco, organizzato da Mussolini con Francia e Regno Unito. A questo punto l’Unione sovietica comprende che non avrebbe potuto realizzare con Francia e Regno Unito, come sperava, un fronte comune anti-nazista. Hitler può così, nel marzo del 1939, occupare la Cecoslovacchia, che per meglio controllare divide in Boemia-Moravia e Slovacchia, rendendo quest’ultima formalmente indipendente, ma in realtà sotto il controllo nazista. Nel 1939 l’Italia fascista, per non rimanere indietro alla Germania Nazista, occupa la poverissima Albania, mentre la Germania inizia a rivendicare pesanti concessioni territoriali dalla Polonia. La Germania hitleriana si conquista il sostegno dell’Italia ai suoi piani di guerra con il cosiddetto Patto d'Acciaio del 1939, sebbene l’Italia non sia pronta alla guerra, come vanamente fanno notare a Mussolini i suoi stessi collaboratori.
Il patto Ribbentrop-Molotov in funzione della conquista della Polonia
Mentre Hitler prepara l’aggressione imperialista alla Polonia, il fronte comune che avrebbe potuto impedirla salta, in quanto la classe dirigente polacca, decisamente orientata a destra, rifiuta qualsiasi forma di collaborazione con l’Urss. A questo punto, con una mossa tattica spregiudicata – considerato l’isolamento internazionale in cui si era venuta a trovare l’Unione sovietica – la Germania apre delle trattative segrete con il suo peggior nemico, che gli avrebbero consentito di occupare buona parte del territorio polacco senza significative conseguenze internazionali, visto l’atteggiamento lassista se non arrendevole di Francia e Regno Unito e il disinteresse degli Stati Uniti. L’Urss vistasi isolata, dovendosi già difendere a oriente dall’aggressione giapponese – che nel frattempo si era scatenata – e non essendo preparata a sostenere una guerra con due grandi potenze su due fronti, accetta il patto di non aggressione con il suo principale nemico. Così, in cambio del non intervento nella guerra che la Germania stava per scatenare contro la Polonia, l’Unione sovietica ebbe la possibilità di riconquistare i territori che aveva perduti dopo la pace di Brest Litovsk e le guerre con la Polonia degli anni venti, ovvero l’Ucraina occidentale che era stata inglobata allo Stato polacco. Si trattava di una zona di confine da secoli contesa fra i due paesi, non separati da confini naturali.
L’inizio della seconda guerra (imperialista) mondiale
Il 1 settembre del 1939, dopo che un battaglione di SS travestitosi con uniformi polacche compie una fittizia aggressione al confine con la Germania, quest’ultima aggredisce militarmente la Polonia. Tuttavia, i nazisti e i vertici dell’esercito tedesco non avevano considerato che il lassismo francese e inglese era dovuto, principalmente, alla speranza che i nazisti si sarebbero spinti a est sino a un inevitabile scontro con i sovietici. Scoperto il patto di non aggressione con l’Unione sovietica Regno Unito e Francia si sentirono traditi nella fiducia che avevano riposto nella politica hitleriana. Così, già il 3 settembre del 1939, in ottemperanza al patto di alleanza che le legava alla Polonia aggredita, dichiarano guerra alla Germania. Mentre gli Stati uniti si guardano bene dall’intervenire nel conflitto, considerando che una nuova guerra inter-europea avrebbe consolidato il loro primato a livello internazionale.