Titolo italiano | Alessandro Nevsky |
Titolo originale | Aleksandr Nevskij |
Paese | Unione Sovietica |
Anno | 1938 |
Regista | Sergej Michajlovič Ėjzenštejn |
Colore | Bianco e nero |
Sonoro | Dialoghi e musica |
Lingua | Italiano |
Sottotitoli | No |
Durata | 1h 38’ |
Qualità del filmato | Mediocre |
Alessandro Nevskij è il film di Eisenstein che tratta delle guerre che nel secolo XIII opposero i russi ai Cavalieri dell’Ordine Teutonico, in particolare quando questi puntarono su Novgorod. Per difendersi, la città si rivolge, non senza contrasti interni, all'uomo considerato il maggior guerriero di Russia: il principe Aleksandr, detto Nevskij per aver respinto con successo l’invasione degli svedesi proprio sul fiume Neva. Un uomo forte (“non sono venuto qui per farmi amare, cittadini di Novgorod, ma per farmi obbedire”), malvoluto dagli altri boiardi, che viene strappato dalle opere di pace con i pescatori e i cacciatori per difendere la patria, e per farlo raccoglie attorno a sé un'armata fatta di soldati ma soprattutto contadini, salvando Novgorod dal saccheggio e sconfiggendo, nella storica battaglia del lago ghiacciato, le possenti armate dei Teutoni, che vengono così cacciate anche dalla città di Pskov.
Anche in questo film, al pari di quelli dedicati allo zar Ivan IV (Ivan il terribile e La congiura dei Boiardi), Eisenstein si centra su singole figure invece che sul collettivo, come nelle opere precedenti (in particolare Ottobre e Sciopero). Tuttavia, questo cambiamento non riduce il film ad una mera trasposizione in chiave epica del culto della personalità di Stalin, come alcuni suggeriscono. Prima e soprattutto, l’opera rappresenta una denuncia dei crimini nazi-fascisti, con i bianchi cavalieri teutoni nella parte delle camicie brune. Il film, poi, rappresenta anche un modo tutt’altro che scontato per difendersi dalla loro furia omicida, cui si risponde non pagando tributi - come vorrebbero i mercanti e i possidenti della ricca Novgorod - ma attaccando. E a chi dei suoi gli suggerisce di combattere sul terreno amico risponde che “chi non sa battersi nel campo nemico, non sa battersi nemmeno sul proprio campo”.
Rispetto ai film dedicati allo zar Ivan IV, i riferimenti alla lotta di classe sono diversi, non tanto per l’epoca storica diversa quanto per la diversa finalità pedagogica del film. Lì a farla da padrone era la lotta della borghesia contro la nobiltà feudale, con il clero schierato con quest’ultima. Qui è la lotta contro il nemico esterno, mentre i commercianti vengono dipinti come quelli la cui “patria è la terra che dà loro maggiori ricchezze”. L’esercito che sconfigge i teutoni, infatti, seppur comandato da figure nobili o borghesi, è composto principalmente dai contadini, il cui risveglio è per Nevsky la chiave per la vittoria, non solo sul campo di battaglia ma anche fuori: “se avete paura di combattere, ci penseranno i contadini a rompervi le ossa” viene detto ai ricchi di Novgorod refrattari alla lotta.
Buona visione!