“L’uomo vuole andare sulla luna senza calpestare le aiuole”. Così si intitola l’ultimo libro di Salvatore D’Ascenzo pubblicato da Erga Edizioni. Si tratta di una raccolta di racconti brevi, in tutto 39 divisi in 93 pagine, aventi come protagonisti gli emarginati, gli esclusi, barboni detenuti, o persone comuni che, pur nelle condizioni misere e solitarie, o semplicemente banali, nelle quali vivono, danno prova di quella grande capacità umana che è la sopravvivenza.
In alcuni racconti, lunghi non più di tre-quattro pagine ma a volte anche meno di una, l’autore dà prova di una certa conoscenza della dialettica, laddove sa cogliere le contraddizioni generate dalla realtà che si manifestano nel lato “buono” di una medaglia il cui lato “cattivo”, squallido, è quello dominante. Ciononostante, non si tratta di un libro noioso né troppo impegnativo.
Gli “esclusi”, gli “emarginati”, con il loro sguardo impietoso, la loro ironia e il loro sarcasmo, ci costringono a riflettere sulla nostra attualità fatta di tanta rappresentazione e poca sostanza e finiscono, anche grazie a non poche scene davvero divertenti, per diventare loro i custodi di un’essenza oramai irrintracciabile.
L’uomo vuole andare sulla luna senza calpestare le aiuole, è sicuramente un libro che stimola la fantasia, grazie ai paradossi di cui è infarcito, e consente anche qualche risata. Ed è un libro che uscendo a Natale ha tanti racconti che lo riguardano. I più gustosi, a mio parere, sono quelli che ritraggono i rapporti familiari a Natale, spesso vuoti se non addirittura falsi, ma godibilissimi se si calzano i panni del protagonista che tra una gaffe e l’altra ci ricorda la grande ipocrisia che il più delle volte circonda questo momento.
Buona lettura!