La prima Assemblea Anticapitalista dell’Etruria meridionale

Si è tenuta nei giorni scorsi a Ladispoli. Un primo momento di incontro, di confronto e di proposta per far crescere sul territorio il “movimento reale che abolisce lo stato di cose presente.” Un primo passo che vuole avviare un importante percorso.


La prima Assemblea Anticapitalista dell’Etruria meridionale

Si è tenuta nei giorni scorsi a Ladispoli. Un primo momento di incontro, di confronto e di proposta per far crescere sul territorio il “movimento reale che abolisce lo stato di cose presente.” Un primo passo che vuole avviare un importante percorso. 

di Aldo Rotolo 

Ladispoli, 28/2/2015. Alle 18 circa, con solo mezz’ora di ritardo, si apre la prima Assemblea Anticapitalista dell’Etruria Meridionale.
Partecipazione non male se teniamo conto che almeno una decina di persone che sarebbero venute hanno scelto di andare a Roma per il corteo NO SALVINI. Si comincia subito con l’introduzione curata da Aldo di Bracciano, che sfora il limite dei 10 minuti, e che risponde ad alcune domande iniziali come: perché quest’assemblea? Perché un po’ di persone si sono rese conto che la loro vita è sempre più difficile e meno soddisfacente. 

Nel nostro territorio, nelle zone in cui viviamo e lavoriamo, sia che ci siamo nati sia che ci siamo venuti dalla grande città vicina, non troviamo più quella felicità e tutto sommato facilità del vivere quotidiano che ci avevano tramandato i nostri vecchi, per chi ci è nato, o che cercavamo e avevamo intravisto, per quelli che sono andati via dalla città grande e caotica. 

E citando un po’ alto continua con la certezza che qualcosa si può, non solo si deve, fare, perchè come nell’ ”effetto farfalla”, appunto, "Il battito d'ali di una farfalla in Brasile può provocare un uragano in Texas", (con questa frase Edward Norton Lorenz ci dice che piccole variazioni, magari apparentemente insignificanti, delle condizioni iniziali possono evolvere in modi completamente diversi. E' il caos deterministico, la teoria del Caos, la complessità). 

Insomma passando dai disastri ambientali del nostro territorio come la grande discarica di Cupinoro, di cui siamo riusciti a bloccare l’ampliamento e che abbiamo fatto chiudere, ai problemi delle privatizzazioni che diminuiscono i servizi e li rendono più costosi, alle grandi questioni globali che solo apparentemente sono staccate dal nostro quotidiano (un esempio per tutti il TTIP o la questione dell’energia) diviene più chiaro che si può fare! 

Sì, ma come? Facendo un nuovo partito? No. 

Una nuova/vecchia lista civica per andare anche noi (alcuni di noi, che poi diventano spesso un “loro”) a raspare il fondo del barile in qualche poltrona comunale o similia? Certo che no! Dando invece spazio ad un bisogno personale, anche intimo, ma condiviso di fare qualcosa verso quel “movimento reale che abolisce lo stato di cose presente.” Uno stato di cose che vogliamo cambiare? Forse sì, anche sul piano personale, d’altronde è comunque sempre da un sé che si parte! 

Questo sì! Per esempio stare insieme per organizzarsi meglio, con più mezzi e più conoscenza e più coscienza di classe - che vuol dire consapevolezza dei termini delle questioni e di chi sta dalla mia parte e chi no - quindi più persone che partecipano. Organizzarsi meglio nelle lotte che sul territorio già ci sono e che si propongono e proporranno sempre più, per la soddisfazione dei legittimi bisogni delle nostre vite, e quindi con migliori possibilità di successo. 

Questo può voler dire collegarsi ad altre lotte simili in altri posti della penisola e anche collegarsi a lotte che esistono fuori d’Italia a livello europeo, che è poi il livello al quale ormai si decidono tante questioni che ci riguardano tutti i giorni, e perché no a livello globale. 

E poi le altre relazioni: sul territorio tenuta da Luca da Cerveteri, sul lavoro di Riccardo di Ladispoli e Achille di Trevignano che ci parla del TTIP e delle prospettive di lotta. 
Segue ampio, non amplissimo, dibattito con sette/otto interventi inframmezzati da due OdG: il primo di solidarietà con la lotta del Popolo Kurdo nel Rojava, che viene approvato con tre voti contrari perché si parla di “...democrazia partecipativa, di genere, ambientalmente orientata, multiculturale e multireligiosa...” e non di socialismo, e il secondo di sostegno contro lo sgombero del Rialto-S.Ambrogio di Roma.
Viene approvata all’unanimità una risoluzione finale proposta dal Coordinamento Anticapitalista dell’Etruria Meridionale, che ha promosso l’iniziativa, con gli appuntamenti di lotta e di riflessione futuri, ma molto ravvicinati, che attendono tutti i partecipanti. Il primo è un’assemblea sul TTIP che si terrà a Cerveteri il 28 marzo, probabilmente in una sala del Comune. 

La risoluzione si conclude con una frase antica ma sempre valida: “Al lavoro e alla lotta!” 

 

05/03/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Aldo Rotolo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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