L’economia del Vietnam colpita dalla pandemia

: Il sud del del paese sta subendo fortemente l’impatto della quarta ondata di Covid-19, mentre le province del nord fanno segnare una ripresa incoraggiante. Il governo  ha deciso di sacrificare la crescita economica per combattere l’epidemia, ma studia una strategia integrata a base di vaccini e farmaci per superarla.


L’economia del Vietnam colpita dalla pandemia

La quarta ondata del Covid-19 in Vietnam sta incidendo sul Paese molto più rispetto alle precedenti, a causa dell’alto numero di casi positivi registrati, ai quali le autorità nazionali e locali hanno risposto con misure molto restrittive, che hanno portato allo stop di numerose attività economiche. A inizio settembre, infatti, il Paese dell’Asia sud-orientale ha raggiunto i 473.500 casi positivi e gli 11.868 morti a causa del virus.

Secondo i dati ufficiali, le conseguenze peggiori sono state registrate nel settore manifatturiero e in quello della vendita al dettaglio, che hanno fatto registrare un forte calo nel corso del mese di agosto. Nel suo rapporto mensile l'Ufficio di Statistica Generale vietnamita ha affermato che la quarta ondata di Covid-19 ha avuto un "grave impatto" sull'economia, mentre a luglio aveva avuto un "impatto negativo". Si stima che l'indice della produzione industriale sia diminuito del 4,2% da luglio e del 7,4% su base annua, il calo più alto dopo quello di febbraio, periodo nel quale però vi sono due settimane di vacanze per il capodanno lunare.

I cali maggiori sono stati osservati nelle località meridionali, compresa la capitale economica Hồ Chí Minh City, dove l’epidemia ha avuto l'impatto maggiore. L’indice della produzione industriale della metropoli è sceso del 49% su base annua, anche se i dati peggiori in assoluto sono stati registrati in altre due province del sud, Bến Tre e Đồng Tháp, dove il crollo è stato addirittura del 60%

"Molte fabbriche hanno dovuto ridurre la capacità o chiudere per combattere il Covid-19", afferma un rapporto dell'ufficio statistico di Hồ Chí Minh City. "Molti faticano a reperire i materiali a causa delle restrizioni sui trasporti e le vendite sono danneggiate poiché ciò rende anche difficile la distribuzione".

Per quanto riguarda l’industria della pesca, uno dei settori industriali più colpiti, oltre il 50%o degli impianti di pescicoltura nelle regioni del delta del Mekong e del delta del fiume Sài Gòn sono stati chiusi, secondo quanto riportato dall’Associazione degli esportatori e produttori di frutti di mare del Vietnam. 

Nel settore delle vendite al dettaglio, i ricavi delle vendite di prodotti e servizi di consumo hanno fatto registrare un calo di quasi il 34% su base annua ad agosto. 

Tutto ciò sta portando anche ad un aumento della disoccupazione, che generalmente è molto bassa nel Paese. Secondo i dati ufficiali, il dato dell’occupazione nelle aziende manifatturiere è diminuito del 10,6% su base annua. Tra gli altri dati macroeconomici, anche quello delle esportazioni ha subito un calo del 6%, causato non solamente dal diffondersi del virus in Vietnam, ma anche delle crescenti difficoltà che stanno vivendo molti Paesi verso i quali generalmente sono rivolte le esportazioni vietnamite, a partire dagli Stati Uniti, che proprio in questi giorni stanno facendo registrare nuovi picchi di casi positivi dovuti alla variante Delta

Le difficoltà della regione meridionale sono in parte controbilanciate dalle buone prestazioni fatte registrare dalle province settentrionali, dove l’epidemia ha un’incidenza decisamente minore. Le province di Hải Phòng, Bắc Ninh e Quảng Ninh, le prime a essere colpite dalla quarta ondata, hanno ripreso la crescita economica, facendo registrare un incremento della produzione industriale rispettivamente del 20,6%, del 9,8% e del 7,4, grazie a una ripresa delle esportazioni di elettronica e abbigliamento.

Il primo ministro Phạm Minh Chính ha affermato che il governo ha deciso di sacrificare la crescita economica per combattere l’epidemia, ma ha richiesto la massima collaborazione da parte delle autorità locali per raggiungere i risultati sperati: "Le località che hanno fatto sacrifici economici e sociali per imporre misure di distanziamento sociale dovrebbero tenere sotto controllo l'epidemia di Covid-19 in cambio di ciò", ha affermato. "Coloro che non adempiono alle loro responsabilità devono essere affrontati", ha però ammonito.

Il capo del governo ha poi aggiunto che i lockdown non possono essere l'unico modo per combattere la pandemia di Covid-19: “È necessaria una combinazione di soluzioni per respingere il coronavirus. L'obiettivo dell'intero Paese ora è prevenire la diffusione delle infezioni, applicare soluzioni per adattarsi in sicurezza alla malattia e ridurre il tasso di mortalità con vaccini e farmaci”, ha dichiarato nella giornata del 1° settembre.

Il primo ministro ha affermato che il Paese “non potrà restare in isolamento e in lockdown per sempre”, perché queste misure pongono enormi difficoltà alla società e all'economia. "Applicare la scienza alla prevenzione della pandemia è la chiave fondamentale per il successo e il percorso per sconfiggere la pandemia", ha aggiunto.

"Abbiamo fissato l'obiettivo del contenimento e del controllo dell'epidemia, ma dobbiamo sapere che questa guerra è ancora lunga e che dovremo convivere con la pandemia per molto tempo", ha concluso Phạm Minh Chính.

 

 

03/09/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Giulio Chinappi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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