Donbass: la solidarietà sotto processo come terrorismo

La Carovana antifascista ritorna da Lugansk e Donetsk.


Donbass: la solidarietà sotto processo come terrorismo Credits: https://www.flickr.com/photos/s8

Medicine e giochi per le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Secondo il governo ucraino si tratta di terrorismo. Kiev ora vuole l'estradizione per i partecipanti alla Carovana Antifascista organizzata dai musicisti della Banda Bassotti, tra cui il sindacalista Giorgio Cremaschi (USB) e l'europarlamentare Eleonora Forenza (Rifondazione Comunista – GUE/NGL).

La Carovana

La Carovana Antifascista ha partecipato alle celebrazioni del Primo Maggio nelle due Repubbliche che si sono proclamate autonome dopo il golpe che ha portato al governo di Kiev una coalizione di liberali e nazisti. La Carovana è stata inoltre presente il 2 Maggio, anniversario della terrificante Strage di Odessa del 2014, quando almeno 38 persone morirono nell'incendio appiccato alla Camera del Lavoro dalle squadracce fasciste.

Al ritorno dal Donbass, Forenza e gli altri compagni del PRC che hanno fatto parte della Carovana hanno riportato l'esperienza al Comitato Politico Nazionale del partito riunito a Roma.

La Carovana ha svolto una serie di incontri ad alto livello tra cui quello con il Comandante Alexey Markov, con cui Forenza riporta la convergenza sulla priorità della lotta in Donbass come lotta antifascista e non – come raccontano i grandi media – come lotta filo Putin. La delegazione ha anche incontrato il Presidente della Repubblica di Donetsk, che ha consegnato una richiesta: “Dite la verità!”.

Andrea Ferroni, uno dei due portavoce della giovanile del PRC, riporta la realtà di classe della lotta in Donbass. I miliziani sono in stragrande maggioranza lavoratori, operai e minatori, che vogliono solo poter tornare il prima possibile a lavorare. Secondo Ferroni bisogna riportare la “normalità” della lotta in Donbass per rompere il silenzio e per togliere la questione ucraina alle destre.

Secondo l'USB, il bilancio di questa carovana è “estremamente positivo non solo perché ci ha permesso di portare solidarietà a popolazioni stremate dall'aggressione militare del governo Poroshenko e dei suoi protettori internazionali, ma ci ha fatto conoscere da vicino una realtà popolare cosciente di essere un argine contro il fascismo. Un popolo che resiste e lotta anche grazie a organizzazioni di massa come i sindacati di Lugansk, afferenti insieme a USB alla Federazione Sindacale Mondiale. Il meschino tentativo del governo di Poroshenko di intimidire la nostra attività internazionalista evidenzia ancora di più l'efficacia e quindi l'importanza del nostro impegno a fianco di quei popoli”.

La richiesta di arresto

L'accusa di terrorismo appare tanto ridicola quanto pericolosa. Questa non è la prima missione della Carovana Antifascista in Donbass, ma è la prima volta che partecipa un esponente istituzionale di alto livello come Forenza. È la prima volta che un europarlamentare visita il Donbass e questo ha certamente mandato su tutte le furie il governo ucraino che infatti richiama all'ordine il governo italiano ricordando che l'Italia, come tutti i paesi NATO ed UE, non riconosce le Repubbliche Popolari e riconosce come legittimo il governo infestato dai nazisti a Kiev.

Forenza ha stigmatizzato l'atteggiamento del governo italiano che, di fronte a una provocazione del genere, è rimasto muto. David Cacchione della Banda Bassotti ha ricordato che la Carovana non si aspetta nulla dal governo di Kiev e dai suoi sostenitori, e che la solidarietà continuerà.

13/05/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Paolo Rizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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