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Osservatorio sul mondo che cambia: Italia, Israele e il doppio gioco della guerra

Dal Libano a Gaza, tra missioni ONU sotto attacco e il via libera di Sigonella: l’Italia resta intrappolata nelle ambiguità della guerra.


Nella nuova puntata dell’Osservatorio sul mondo che cambia, il professor Orazio Di Mauro analizza le tensioni geopolitiche che attraversano il Medio Oriente e l’Europa orientale. L’attenzione si concentra sul contingente italiano in Libano, impegnato da oltre quarant’anni nella missione UNIFIL, formalmente incaricata di disarmare Hezbollah. Di Mauro sottolinea le contraddizioni di un’operazione che, pur presentandosi come forza di pace, ha visto i soldati italiani diventare bersaglio dei droni israeliani, armi di precisione che smentiscono la versione degli “incidenti”. Il mandato della missione, già deciso dal Consiglio di Sicurezza, terminerà nel 2026, segnalando una fase di stallo. Il professore evidenzia inoltre il fallimento della strategia americana, in particolare di Donald Trump, nel tentativo di piegare il Parlamento libanese a un disarmo di Hezbollah. Israele, di fronte a questa impasse, sembra reagire con nervosismo, arrivando a colpire persino forze alleate sul terreno. A questo quadro si aggiunge il caso di Sigonella, con voli militari israeliani autorizzati dal governo Meloni per il trasporto di materiali diretti probabilmente alla centrale nucleare di Dimona: un episodio che lega ancora di più l’Italia alle strategie di Tel Aviv. Di Mauro dedica spazio anche alla Global Sumood Flotilla, una missione civile che tenta di portare aiuti umanitari a Gaza con oltre cinquanta navi, pur sapendo che Israele può fermarla in ogni momento. Il professore mette in luce la tragedia umanitaria della Striscia, tra fame, carcerazioni arbitrarie e resistenza civile che non cede nonostante la disperazione. L’obiettivo israeliano, sostiene, sembra quello di una Palestina senza palestinesi. Sul fronte ucraino, Di Mauro descrive la lenta ma costante avanzata russa e l’esaurimento delle risorse umane ucraine, con episodi di ribellione contro il reclutamento forzato. Il consenso intorno a Putin, al contrario, resta saldo, mentre l’Europa appare intrappolata in una guerra di logoramento che arricchisce soltanto i produttori di armi. La Russia, lungi dall’essere isolata, consolida rapporti con Cina e Corea del Nord, che grazie alla sua capacità autonoma di produrre armamenti, compresa la bomba all’idrogeno, si è guadagnata un posto nel tavolo dei leader globali.

05/09/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Redazione