Lo Sri Lanka ha una storia antichissima, era una tappa importante della via della seta, forniva spezie e materiali preziosi. Ha una collocazione strategica tra l’India, da cui sono provenuti i suoi primi abitatori, e la Cina e quindi subisce le influenze di queste due potenze. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni del presidente Gotabaya Rajapaksa e del suo primo ministro. Il malcontento della popolazione è dovuto al fatto che il Paese sta vivendo una crisi gravissima, essendo privo di medicine, alimenti, carburanti a causa dell’esaurimento delle riserve in valuta pregiata con cui questi beni venivano comprati sul mercato internazionale, di cui si sarebbe appropriata la classe dirigente. Le politiche neoliberiste hanno fatto fallire il progetto di industrializzazione del Paese, che è riuscito ad andare avanti negli ultimi solo grazie alle rimesse dei lavoratori emigrati, i quali lavorano in condizioni di semischiavitù soprattutto nei paesi del Medio Oriente al servizio del ceto benestante. C’è una piccola comunità di srilankesi anche in Italia, uno dei suoi rappresentanti è Sudhat Adikari, detto Franco che milita nel JVP, partito marxista-leninista. Abbiamo rivolto varie domande a Franco sulle proteste e sul modo in cui il JVP pensa sia possibile uscire da questa crisi, restituendo benessere alla popolazione e affermando la sovranità nazionale contro l’ipotesi un intervento del FMI, detto giustamente Fondo Miseria.