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L’ultimo lungo “sorriso” di Bianca

Continuano a pervenire a “La Città Futura” i ricordi dei compagni e delle compagne a proposito della nostra Bianca. Pubblichiamo un ricordo degli ultimi momenti di Bianca Bracci Torsi, compagna, comunista, antifascista. Bianca e l’Anpi. Bianca e la Palestina. Bianca e i gatti. Le testimonianze dei compagni.


L’ultimo lungo “sorriso” di Bianca

Continuano a pervenire a “La Città Futura” i ricordi dei compagni e delle compagne a proposito della nostra Bianca. Pubblichiamo un ricordo degli ultimi momenti di Bianca Bracci Torsi, compagna, comunista, antifascista. Bianca e l’Anpi. Bianca e la Palestina. Bianca e i gatti. Le testimonianze dei compagni.

di Alba Vastano

Domenica 14 dicembre. Lo sento dal mattino che sarà una giornata memorabile. Sarà che ogni tanto innesco la marcia del sesto senso. E penso a Bianca. È un po’ di giorni che non  vado a trovarla. Da quest’estate, da quando la malattia l’ha costretta in casa, l’ho fatto frequentemente. Mi fiondo quasi, con alcuni compagni, nelle prime ore di quel cupo pomeriggio foriero di non belle notizie, a casa sua. Sulla porta della sua abitazione una buffa decorazione natalizia. In quella casa c’è ancora vita e questo è bello.

E ci sono tanti compagni con lei. E poi c’è soprattutto Marco, quel suo splendido figlio che sprizza simpatia e umanità da tutti i pori e accoglie tutti con calore, con Vania, sua moglie. E Morgan e Silvia, i nipoti adorati e adorabili. Manca Jacopo, il terzo nipote che sta per arrivare da Siena. Arriva la compagna Elisabetta, fedelissima e presente da sempre, ovunque ci sia Bianca. Mi avvicino al suo lettino ospedaliero. Bianca ha la mascherina per l’ossigeno. Lo capisco subito che la cosa si fa seria. Ma incredibilmente, appena mi vede, lei sfoggia il migliore dei suoi sorrisi e mi chiama come se mi stesse aspettando. “Ti voglio bene Bianca”. Lei: “Anch, io”, e continua  a sorridermi.

Non è mesta, né triste. È solo maledettamente infastidita da quell’ “aggeggio” che le serve per respirare un po’, da quei tubicini a cui è collegata. La casa  è colma di compagni, si sorride, si sorseggia un caffè e si conversa, addirittura piacevolmente, del partito, di Roma mafiosa, dell’Europa. Lei ascolta discontinuamente, e ogni tanto solleva il capo e ci guarda. È soddisfatta. I compagni sono con lei, gli affetti più cari anche. E questo è tutto. Tutta la sua vita l’accompagna fino in fondo. Bianca non ha paura di andarsene. Forse si augura che avvenga presto, anzi. Mi avvicino, come si fa tutti a turno. Le accarezzo le mani, le massaggio le gambe e lei ringrazia sempre. Poi si ricorda della mia richiesta di contatto con Ferrero per la presentazione del suo libro. E io la rassicuro “È tutto a posto Bianca”. È presente Bianca, sia pur a tratti. Infine, si fa sera e qualcosa precipita. L’ossigeno non sta facendo il suo dovere. Bianca non lo riceve quasi più, si appisola un minuto. E di nuovo a combattere con quella maledetta mascherina che detesta, si vede. Ci si accomiata, per lasciare spazio alla privacy familiare e alle cure.

“Buonanotte Bianca, a presto”, le do un bacio. Ed è di nuovo un sorriso. Due ore e da Fb leggo della sua fine. Torno da lei per salutarla ancora, impossibile non farlo. Questa donna, questa carissima compagna mi ha attratto per la sua personalità da subito. In ogni conferenza, evento, assemblea in cui c’era lei a relazionare restavo incantata dalla forza comunicatrice  e dai concetti espressi in maniera chiarissima. Parlava con la “pancia”, con i sentimenti, con la passione e non solo con la sua lucidissima testa. Era colta Bianca e sapeva perfettamente sempre ciò che era giusto dire, ciò che era importante dire in ogni occasione. E quanto ha patito per la chiusura di “Liberazione”, lei che era accanita sostenitrice del giornale di partito e quanto ha scritto meravigliosamente per questo giornale. Grande Bianca! Nel tam tam mediatico di queste ore si ricorda la sua eccezionale biografia da comunista, da partigiana antifascista, da cofondatrice di Rifondazione e di tutte le iniziative a cui ha partecipato. Si scrive di tutto ciò che ha fatto per il partito, delle sue lotte affinché il partito potesse essere meno frammentato, non scisso in correnti. La ricordano come internazionalista e per la fiducia che aveva nella sinistra europea. Tanti compagni la ricordano anche per la sua eccezionale tempra e per la sua fierezza di donna.

Chiunque l’ha conosciuta ha sicuramente un ricordo unico ed eccezionale di quella meravigliosa donna che è stata Bianca. Una vera signora, di grande intelligenza ed umanità che tutti abbiamo amato e che sarà impossibile dimenticare. Grande, meravigliosa compagna. Elegante compagna dai vestiti a fiori e dalle collane variopinte e luminose. Grazie per esserci stata, compagna Bianca, madre Bianca, amica Bianca!

Dalla camera ardente di Via Flaminia-  15 dicembre

Bianca è serena. Ha il volto disteso ed un bellissimo vestito viola. La spilla a mo’ di gatto che le piaceva tanto, appuntata sul giacchino. Il distintivo di Rifondazione e dell’Anpi e l’immancabile pacchetto  di sigarette senza filtro. Tante rose rosse da Rifondazione, le bandiere issate del partito e canti politici a fare da fondo. I compagni la salutano, tutti con un sorriso e una carezza. Oggi (ndr, 16 dicembre) al tempietto egizio del Verano, alle 10, l’ultimo definitivo saluto a questa grande donna che è stata la nostra compagna Bianca.

Così la ricordano:

Giovanni Russo Spena dirigente nazionale del Prc- ex capogruppo al Senato

“Ho avuto la fortuna di lavorare con Bianca nel dipartimento del partito. Persona umanamente straordinaria. Mi ha sempre colpito perché è stata l’unica dirigente comunista storica attentissima ai problemi della condizione carceraria e della condizione dei migranti. Scherzando le ho sempre detto che lei era la dirigente comunista ortodossa più eretica che potesse esistere, proprio perché aveva questo insieme di grande ortodossia e di grande innovazione. Legatissima al partito, ma molto aperta a tutte le innovazioni, ha voluto rilanciare la cultura gramsciana. Spero che la sua memoria ci sia d’aiuto”

Bassam Saleh: responsabile di “Al Fatah” Roma

“Blanca  ha lasciato una grande eredità da comunista militante, rivoluzionaria e partigiana. Un pezzo della storia d’Italia e non solo. Per noi Palestinesi che l’abbiamo conosciuta è un pezzo anche nostro. Io me la ricordo in tanti dibattiti sulla Palestina che non ha mai dimenticato. Era una vera internazionalista e una grande maestra per tutti noi che l’abbiamo conosciuta. Blanca era una persona eccezionale con una grande umanità, come tutti i comunisti.  Blanca ha sostenuto sempre la causa palestinese, il diritto alla loro terra, alla giustizia, alla pace. Ha sempre fatto l’esempio di quando l’Italia era occupata e i Partigiani l’hanno liberata e ci ha detto che anche noi dobbiamo resistere per liberare il nostro paese.  Per ricordarla Il partito della Rifondazione deve impegnarsi per l’unità dei comunisti. Prima si diceva “Proletari di tutto il mondo unitevi” e ora bisogna dire “Comunisti di tutto il mondo unitevi”?

Ernesto Nassi – presidente Anpi di Roma

“Bianca, oltre che compagna, era una carissima amica, con la quale condividevamo molto. Per me Bianca era l’essenza del comunismo, ne era l’emblema. E lo dico io che sono socialista, e lei lo sapeva. Bianca era un partigiana, anche se non ha potuto effettivamente esserlo, all’epoca, perché era troppo giovane, aveva solo 12 anni. Meno male che abbiamo avuto i Partigiani, una storia che bene o male ritorna sempre. Molti l’hanno cancellata questa storia, molti hanno virato a 360 gradi, molti ce l’hanno nel cuore. L’eredità che ci lascia Bianca è la convinzione che lei aveva che si lotta non per se stessi, ma per gli altri, per chi è messo ai margini di questa società che non dà niente a chi non ha. Bianca questo problema l’ha sempre sofferto e ha sempre cercato di aiutare le persone più deboli. Nelle nostre riunioni del comitato direttivo di cui lei faceva parte ci sarà sempre la sua sedia, anche se vuota. Ci mancherà moltissimo”

Teresa Imbelloni – organizzativo Prc Roma

Bianca aveva un rapporto particolare con i gatti. Questi animali l’affascinavano moltissimo per il comportamento autonomo, ma anche per i loro capricci. E per i loro essere fieri. Molto simili alla sua indole. Passavamo ore a parlare del comportamento dei nostri gatti e studiavamo chi fosse più autonomo. Così come passavamo molte ore a parlare del partito, trascorrevamo molto tempo a parlare dei gatti. Dodici anni fa fui fiera del fatto che lei chiamò me di notte per salvare il suo gattino, in fin di vita. Presi il motorino e corsi a casa sua, salvai la sua gatta e da allora penso che mi adorò. Mi manca  già terribilmente tutto di lei!

20/12/2014 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Alba Vastano

"La maggior parte dei sudditi crede di essere tale perché il re è il Re. Non si rende conto che in realtà è il re che è il Re, perché essi sono sudditi" (Karl Marx)


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