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Risultati tangibili dell’utilizzo dell’Interferone cubano nei pazienti infetti da Coronavirus

Il farmaco cubano utilizzato con successo in Cina per combattere il COVID-19. Ora in Italia arrivano 53 medici e infermieri cubani che si aggiungono ai medici cinesi già sbarcati la scorsa settimana.


Risultati tangibili dell’utilizzo dell’Interferone cubano nei pazienti infetti da Coronavirus

Corrono voci su siti Web e social media annunciando che in Francia e nei Paesi Bassi hanno trovato la cura per il nuovo coronavirus, ma nemmeno lontanamente qualcuno fa riferimento ai risultati tangibili nella cura dei pazienti e nell'arresto di l'epidemia che si sono ottenuti in Cina grazie all'uso dell’Interferone cubano Alpha 2B (commercializzato come Heberon® Alfa R), grazie al quale sono state curate oltre 1.500 persone.

Questo costituisce il più notevole risultato della medicina cubana per mezzo dell’interferone alfa (IFRrec) che è un antivirale usato già da prima per combattere alcune malattie virali derivate dall’HIV, l’epatite B e C, la papillomatosi respiratoria, il virus dell'herpes simplex e anche alcuni tipi di cancro. Anche “nelle malattie onco-ematologiche, nonché nei carcinomi della pelle, della vescica e dei reni. Allo stesso modo, la sua efficacia è riconosciuta nel trattamento degli emangiomi nei bambini, così come nei tumori solidi come il melanoma e il tumore ovarico”[1]. L’Interferone cubano alfa 2B (IFRrec), tra gli altri 30 farmaci per combattere il nuovo coronavirus COVID-19, protegge i pazienti e impedisce loro di morire a seguito delle complicanze nelle loro condizioni cliniche.

Vale ricordare che l'interferone è una sostanza prodotta dalle cellule del sistema immunitario degli animali vertebrati e può essere prodotta in grandi quantità in laboratorio. Raffinato da batteri o lieviti è chiamato ricombinante e contrasta le malattie virali menzionate prima.

Il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel, ha spiegato che questo risultato è stato raggiunto quando un gruppo di medici cubani è arrivato in Cina con il farmaco come parte del sostegno al governo cinese e ai loro cittadini nei loro sforzi per combattere il coronavirus. Il presidente di BioCubaFarma, Eduardo Martínez, ha spiegato che il farmaco cubano è in grado di fornire la carenza di interferone che causa il coronavirus nel corpo umano.

Luis Herrera Martínez, dottore in scienze, uno dei creatori dell'interferone ricombinante a Cuba e oggi consulente scientifico e commerciale del gruppo cubano BioCubaFarma, titolare del brevetto, produttore e distributore di questo e altri prodotti biotecnologici cubani in alcuni paesi del mondo, sostiene la effettività dell’Interferone cubano alfa 2B (IFRrec) nella cura di malattie virali tra le quali il COVID-19.

L’implementazione della tecnologia cubana per combattere il nuovo coronavirus è subito iniziata con la produzione dell’interferone alfa nello stabilimento cinese-cubano di ChangHeber il cui trattamento efficace sui malati è risultato opportuno ed adeguato sugli infettati dal coronavirus SARS-CoV-2. Insieme alla medicina cubana i medici e scienziati cinesi hanno affermato che hanno e stanno anche usando altri 30 composti per curare i pazienti con il coronavirus.

Ad oggi, tra gli 81 mila infetti diagnosticati dall'inizio della pandemia, 70.420 hanno risposto positivamente al trattamento con il farmaco cubano e sono stati dimessi; anche se fino al 19 marzo, il numero totale di decessi è stato di 3.245 persone. Il Presidente Díaz-Canel ha sottolineato che questa esperienza ha pienamente dimostrato la capacità di mobilitazione della Cina e i vantaggi del sistema socialista.

Dopo il 12 marzo, il governo cinese aveva dichiarato che il picco dei contagi si era concluso nel suo paese e che da questo giovedì non ci sono stati nuovi casi di contagio da Coronavirus nella città di Wuhan, capitale della provincia di Hubei ed epicentro della pandemia, e che nessun caso di contagio locale è stato confermato nel paese.

Secondo le statistiche ufficiali cinesi, fino a giovedì 19 marzo, quando sono stati segnalati i nuovi 34 contagi, casi "importati" dall'estero, registrati a Pechino (21), Canton (sud-est, 9), Shanghai (est, 2), Heilongjiang (nord-est, 1) e Zhejiang (est, 1), sia il numero di questi che il numero di morti erano rimasti pari o inferiori ai 21 giornalieri dall'ultimo giorno 11 marzo.

Sulla necessità di attivare un “Presidio medico avanzato” per sconfiggere il coronavirus SARS-CoV-2 / COVID-19 che duramente colpisce il nord d’Italia ha parlato l’avvocato e politico italiano, assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera annunciando l’arrivo questo sabato pomeriggio 21 marzo di una comitiva di 53 tra i migliori medici ed infermieri cubani altamente specializzati nel combattimento dell’ebola e di altre malattie infettive, che lavoreranno nel presidio di Crema, dove daranno il loro sostegno alla lotta alla pandemia del nuovo Coronavirus. L’assessore ha aggiunto che si sono arrivati anche medici cinesi e se ne aspettano anche di venezuelani.

Con l’arrivo in Lombardia del personale medico cubano si materializza la proposta dell’Associazione nazionale di amicizia Italia-Cuba e del Coordinamento nazionale dei cubani residenti in Italia di offrire la disponibilità dei servizi medici e di un farmaco prodotto a Cuba, ennesimo esempio di solidarietà di un popolo che non ha esitato a soccorrere i passeggeri malati della nave da crociera britannica MS Braemar che vagava alla ricerca di un porto nei Caraibi.

Nel 1981, Cuba divenne il primo paese del terzo mondo a fabbricare interferone prodotto dai leucociti (i cosiddetti globuli bianchi) ottenuti mediante donazioni di sangue. La comparsa dell’interferone leucocitario era coinciso con una grande epidemia di dengue e di congiuntivite emorragica sull’Isola, che ha permesso agli specialisti cubani di trattare con successo una serie di casi gravi con il nuovo prodotto.

“Tuttavia, questo nuovo farmaco aveva lo svantaggio di non potersi produrre su grande scala. Sono state quindi condotte ricerche che hanno permesso di produrre l'interferone umano ricombinante alfa-2b per la prima volta a Cuba nel 1986” ha spiegato lo scienziato Herrera Martínez.

L’interferone cubano è stato l'ispirazione per la biotecnologia cubana sotto la guida e i suggerimenti del sempre visionario Comandante in Capo Fidel Castro. Fidel “prese questo prodotto come fosse una leva e attorno ad esso sviluppò la produzione naturale e creò le basi per un intenso sviluppo dell'ingegneria genetica. La maturazione di un'industria biotecnologica sull'isola si manifesta con l'emergere del potente Biocubafarma Business Group che impiega oltre 22.000 lavoratori, esporta in oltre 50 paesi, ha 1.800 brevetti fuori Cuba e il suo reddito annuo ammonta a circa 2.000 milioni di dollari, un elemento totalmente nuovo nelle esportazioni cubane, che, inoltre, ha dato un contributo sostanziale alla salute delle persone”.

La scienza cubana sostiene che l'interferone partecipa alla regolazione del sistema immunitario, sia in ciò che fa parte dell'immunità innata che acquisita, cioè fa parte di quella prima, immunità più generale e la più specifica in alcuni casi.

Gli studiosi e ricercatori di tutta la comunità internazionale fanno sapere che l'interferone stimola i geni che producono enzimi virali RNA, che sono responsabili della distruzione dell'RNA di alcuni virus, SARS-CoV-2 è un virus RNA. Pertanto, fornire interferone sembra logico per combattere questo virus e che la somministrazione precoce di INF potrebbe favorire la rapida induzione della risposta anticorporale neutralizzante.

Herrera Martínez continua a spiegare il processo per ottenere il farmaco utilizzato anche per la cura del coronavirus SARS-CoV-2 / COVID-19: "Abbiamo clonato l'interferone dai batteri, in un fermentatore, e abbiamo ottenuto un prodotto omogeneo, puro oltre il 99%, con la soddisfazione di essere riuscito a produrre l'interferone più utilizzato nei trattamenti. Nel lungo periodo i leucociti non erano sufficienti, perché la quantità che può essere prodotta dipende molto dalle cellule - che non producono tanto interferone - e dalle donazioni di sangue. Tuttavia, quello prodotto nei batteri è ottenuto senza limiti”

Il farmaco cubano è funzionante anche nelle malattie onco-ematologiche, nonché nei carcinomi della pelle, della vescica e dei reni. Allo stesso modo, la sua efficacia è riconosciuta nel trattamento degli emangiomi nei bambini, così come nei tumori solidi come il melanoma e il tumore ovarico, riportano diverse pubblicazioni scientifiche.

L'effetto antivirale dell'interferone alfa è stato scientificamente provato, come parte della prima linea di difesa antivirale, attivando sia la risposta immunitaria innata contro il virus sia il meccanismo di inibizione della replicazione virale.

Nel frattempo dagli Stati Uniti tante persone sono interessati all’Interferone cubano Alpha 2B (commercializzato come Heberon® Alfa R), ma si chiedono se fosse possibile acquistarlo tenendo conto del blocco commerciale, economico e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba. Durante l’Amministrazione Obama, nell'ottobre 2016 l'Ufficio del Controllo delle Attività Estere del Dipartimento del Tesoro (OFAC) ha approvato i regolamenti per autorizzare la collaborazione scientifica in campo medico tra americani e cubani, nonché la possibilità che i farmaci prodotti a Cuba possano ottenere l'approvazione della Food and Drug Administration (FDA) ed essere commercializzati negli Stati Uniti.

Per fortuna tra le misure approvate da Obama questa è sopravvissuta; cioè non è stata abrogata dal governo Donald Trump, anche se la collaborazione scientifica è peggiorata.

Di conseguenza, con la licenza FDA, l'interferone prodotto a Cuba potrebbe salvaguardare migliaia di americani colmando la carenza di interferone nel corpo degli infetti e rafforzando il sistema immunitario dei pazienti affetti dal disturbo respiratorio contagioso.

Il Dottore Eulogio Pimentel Vázquez, CEO dell'entità appartenente al gruppo aziendale BioCubaFarma ha sostenuto che Cuba è in grado di vendere il farmaco, sviluppato nel 1986 da un team di ricercatori del Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (CIGB) di Cuba sul mercato internazionale in grandi quantità e che hanno ricevuto interesse da paesi di tutto il mondo per acquistare o conoscere l'interferone.

I dirigenti della società BioCubaFarma, che produce e commercializza i medicinali prodotti a Cuba, hanno rimarcato che l'interferone umano alfa 2B, maturato da scienziati cubani e condiviso con la Cina attraverso una società a capitale misto tra i due paesi, è stato molto efficace nel trattamento dell'epidemia di coronavirus sorto a Wuhan. Le autorità sanitarie cubane hanno fatto sapere che i cinesi hanno raccomandato di inserirlo nel protocollo di trattamento COVID-19 adottato da vari paesi, come la Spagna, l'Italia e la stessa Cuba.


Note:

[1] Cuban interferon alpha-2b. Thirty years as an effective and safe drug. Hugo Nodarse-Cuní, Pedro A López-Saura. Biotecnología Aplicada 2017;34:1211-1217

21/03/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Carmen Oria

Giornalista cubana, corrispondente del Canal Caribe - Sistema Informativo della TV cubana, critico d’arte e gerente culturale, laureata alla Facoltà di Giornalismo dell’ Università di L’Avana, con vasta esperienza nei diversi linguaggi dei mass media come agenzia di stampa, radio, web e TV. Per quasi tre decenni è stata una professoressa universitaria. Vive tra Roma e L’Avana e pubblica come collaboratrice nei diversi webs cubani, latinoamericani ed italiani; anche nei giornali e riviste.

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