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Il secondo congresso di Syriza apre al centro

Tsipras riconfermato leader di una Syriza che apre alla collaborazione con la socialdemocrazia


Il secondo congresso di Syriza apre al centro Credits: Thierry Ehrmann - www.flickr.com/photos/home_of_chaos/

Il secondo congresso di Syriza ha confermato Alexis Tsipras come presidente del partito a larghissima maggioranza. È stato il primo congresso dopo la firma del terzo memorandum di austerità, la scissione (o meglio, le scissioni) e le elezioni.

Dal programma di Salonicco al fronte coi socialdemocratici

Il primo pilastro della linea uscita vittoriosa al congresso è stato l’abbandono del “Programma di Salonicco”, il programma su cui Syriza aveva vinto le elezione di Febbraio 2015. Secondo Tsipras il Programma di Salonicco aveva obiettivi giusti (ribaltare l’austerità e tagliare il debito) ma non era realista perché sovrastimava gli spazi di manovra che il governo greco avrebbe avuto nelle trattative con la Troika. In questa maniera viene giustificata la mancanza di aderenza al programma una volta arrivati al governo e, infine, la firma e la gestione dei nuovi accordi di austerità.

Per mantenere questo primo pilastro, Tsipras ha affermato che non c’era nessun’altra possibilità. Questo è stato, infatti, il secondo pilastro: l’attacco ai fuoriusciti da Syriza. Lafazanis e gli altri scissionisti che sono andati a formare il partito Unità Popolare sono stati fortemente attaccati per aver proposto l’alternativa dell’uscita dall’Unione Monetaria Europea. Nel discorso introduttivo di Tsipras tutte le proposte sulla Grexit sono state assimilate al “Piano Schauble”, cioè al progetto del ministro delle finanze tedesco di eliminare la Grecia dall’Unione Monetaria mantenendo però l’accesso al lavoro a basso costo e ai servizi pubblici in svendita per i capitali tedeschi. Quella di Unità Popolare non è stata però l’unica scissione subita da Syriza. Anche gran parte della sua organizzazione giovanile si è ritirata dalla scena politica e molti quadri, incluso l’ex segretario del partito Koronakis, hanno abbandonato Syriza. Una “scissione” quindi che non ha prodotto un nuovo partito quanto piuttosto disillusione e abbandono della militanza.

Il terzo pilastro della linea di Tsipras è stata una retorica di sinistra: se il governo è costretto a fare compromessi, il partito deve farsi carico di portare avanti le istanze di sinistra.

Infine l’ultimo pilastro: il partito mantiene un’identità e una retorica di sinistra, ma l’apertura politica avviene al centro. Sul piano nazionale, al congresso erano presenti numerosi parlamentari ed esponenti di due forze di centro sinistra: i socialdemocratici del PASOK e Sinistra Democratica, un gruppo a sua volta fuoriuscito da Syriza proprio per il rifiuto – nel 2010 – di collaborare col PASOK. Il governo Tsipras si regge ormai solo su due voti di maggioranza e non è un segreto che siano in corso tentativi di creare un nuovo governo che abbandoni gli ormai logori alleati dei Greci Indipendenti per imbarcare nuove forze centriste.

Sul piano internazionale Syriza conferma la sua collocazione nella Sinistra Europea – presenti al congresso, tra gli altri, il segretario del PRC Paolo Ferrero e il segretario del PCF e Presidente del Partito della Sinistra Europea Pierre Laurent. Syriza però apre anche alla costruzione di un “fronte dei progressisti” in cui possano entrare anche ecologisti e socialdemocratici. Non è difficile ricordare il ruolo dei socialdemocratici europei poco più di un anno fa: la Grecia fu lasciata sola contro i falchi dell’austerità e, anzi, uno dei falchi fu proprio il socialdemocratico Djesselbloem, fino al momento in cui il francese Hollande si presentò nella notte del terzo memorandum per aiutare Tsipras a scrivere il nuovo programma di austerità.

Questa proposta di “fronte dei progressisti” non mancherà di pesare nel prossimo congresso del Partito della Sinistra Europea che si terrà a Berlino a Dicembre. Tsipras è l’unico capo di governo della Sinistra Europea e ne è ancora il vice presidente, anche se non rimane difficile notare come da un anno a questa la frequentazione reciproca tra Syriza e Sinistra Europea sia molto diminuita.

Il gruppo dei 53

I media hanno dato molto risalto alla posizione assunta dal “gruppo dei 53”, la fazione cui appartiene il ministro delle finanze Tsakalotos. Il gruppo dei 53 ha presentato un documento in cui esprime il suo dissenso sulla firma del memorandum e su alcune delle misure prese dal governo Tsipras – in particolare sulle pensioni – avvertendo che il partito corre il rischio di assumere come linea politica quello che dovrebbe essere accettato solo come un pessimo compromesso imposto da pessimi rapporti di forza.

Durante l’elezione del comitato centrale, il gruppo dei 53 ha ottenuto una piccola vittoria dato che Tsakalotos è risultato il più votato tra i candidati. In ogni caso, che il gruppo dei 53 possa o voglia imporre una svolta alla direzione verso il centro intrapresa da Syriza, è tutto da dimostrare. Innanzitutto, Tsipras si è premurato che le poche aree critiche rimanenti dentro il partito non abbiano i numeri per sfidare la maggioranza. In particolare, è per questo che Tsipras si è speso personalmente per chiedere (o imporre, a seconda dei punti di vista) di ridiscutere la nuova composizione del comitato centrale. Inizialmente il congresso aveva rifiutato la proposta di mettere un limite del 25% ai membri del comitato centrali che fossero anche membri del parlamento. Dopo l’intervento di Tsipras, il limite è stato imposto. Va poi ricordato che Tsakalotos ha assunto il ruolo di ministro delle finanze proprio con il compito di attuare il programma di austerità. Infine, il gruppo dei 53 non ha di fatto ottenuto nessun cambiamento significativo alla line politica di Syriza e nel voto sulla presidenza non ha voluto presentare nessun candidato alternativo a Tsipras.

Dopo il congresso

Tsipras ha fatto compiere a Syriza un altro passo verso la normalizzazione e ha consolidato il controllo sull’organizzazione. Ora però deve fare i conti con i fatti reali dell’economia. Negli ultimi tempi Tsipras ha cominciato ad affermare che durante il prossimo anno la Grecia potrà tornare sul mercato privato del debito, in altre parole che non dovrà più dipendere dai finanziamenti europei per ripagare i debiti. Molti economisti però indicano che un obiettivo del genere non è per nulla realistico e che sarebbe sperabile al massimo un ritorno sul mercato solo parziale. In più, il serio taglio del debito pubblico che ormai è la principale “proposta di sinistra” di Syriza, non appare nell’agenda di nessuna delle istituzioni della Troika.

Syriza è saldamente in mano a Tsipras, la situazione esterna un po’ meno.

22/10/2016 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: Thierry Ehrmann - www.flickr.com/photos/home_of_chaos/

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L'Autore

Paolo Rizzi
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