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Presidio davanti a Camp Darby per dire no all'imperialismo

Fra Pisa e Livorno la principale polveriera del mediterraneo. I comunisti e i pacifisti dicono NO.


Presidio davanti a Camp Darby per dire no all'imperialismo Credits: https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/18835602_1880633968857429_3033661881426046907_n.jpg?oh=7f6cb0e58cdb1c9aa0d2ed50b51a53e0&oe=59A684C9

Un vasto tratto di pineta di grande pregio ambientale, prossimo alla costa tra Pisa e Livorno, ospita la base militare americana di Camp Darby, dotata di centinaia di bunker contenenti l'equipaggiamento e le munizioni per due battaglioni corazzati e due di fanteria meccanizzata, nonché ingenti quantità di bombe e missili. Della esatta natura e potenza degli armamenti viene custodito il massimo segreto, ma lo sanno tutti che da qui partono per le diverse guerre contro l'Iraq, la Jugoslavia, la Libia e chissà dove.

Nelle vicinanze della base c'è il porto nucleare di Livorno, collegato alla base americana da un canale navigabile, il Canale Navicelli, un' idrovia lunga circa 17 km costruita nella seconda metà del '500 da Cosimo I dei Medici. Il canale è stato recentemente ampliato, come richiesto da anni dal comando Militare Usa, per potenziare il trasporto di armi. Per l'ampliamento venne costituita un'apposita società mista pubblico-privata, la Navicelli Spa, col pretesto di collegare meglio Pisa a mare e di sviluppare la cantieristica pisana (di imbarcazioni di lusso), fatta di microimprese con scarso impatto occupazionale. Gli organismi rappresentativi delle imprese dell'area, da parte loro, scommettevano persino sul contributo del Canale alla valorizzazione turistica del quartiere livornese Venezia! Oggi scopriamo qual era il vero scopo dell'allargamento.

Ancora. L'aeroporto militare di Pisa svolgeva in passato una funzione del tutto marginale, fino a che non è stato “valorizzato” conferendogli il ruolo strategico di “Hub” per la connessione ai vari teatri di guerra, ovviamente a supporto alla base americana. Nel 1999 ha avviato l'operazione “umanitaria” Joint Guardian” nel Kosovo contro la Jugoslavia. Ospita la 46° Brigata Aerea, dotata di nuovissimi mezzi bellici. Per tutti i 365 giorni l'anno assicura la mobilità per via aerea di soldati, equipaggiamenti e munizioni, in scenari operativi internazionali..

Infine, sempre a Pisa, nella caserma dei paracadutisti Folgore Gamerra, si sono insediati nel 2014 il comando e la scuola di addestramento delle forze speciali dell’esercito (Comfose), il primo in Italia, che prepara i commandos destinati a operazioni segrete Usa/NatoPer andare oltre le linee nemiche, per colpire senza essere visti, per compiere quelle missioni che solo in pochi possono portare a termine” .

Tutto questo non basta. Pochi giorni fa si è saputo che già da un anno è stato programmato per dicembre 2017 l'inizio dei lavori di potenziamento del sistema di trasporto interno ed esterno alla base, con la costruzione di un'apposita linea ferroviaria in mezzo al verde del parco di San Rossore, integrata da un ponte girevole sul Canale, che porterà dentro Camp Darby armi e munizioni dalla stazione dismessa di Tombolo alla base americana. La realizzazione dei lavori sarà rapidissima, visto che il loro termine è previsto per luglio dell'anno prossimo. Così l'aeroporto militare e la base saranno collegati anche dalla ferrovia.

Il tutto si inquadra perfettamente nell'attuale contesto strategico mondiale, caratterizzato da una progressiva recrudescenza di tutte le crisi internazionali (Medio Oriente, Ucraina, Corea, per ricordarne alcune) e dallo scontro che la crisi economica mondiale tende a riacutizzare, tra i tradizionali poli imperialisti e le potenze “emergenti”.

Sono più che fondati i sospetti sul fatto che le armi vendute ai paesi del Golfo persico, e magari successivamente girate all'Isis, provengano da Camp Darby.

È evidente il tentativo Usa di riprendersi la perduta egemonia internazionale attraverso la forza militare e il dispiegamento di basi, truppe, flotte a ridosso dei possibili obiettivi militari, Russia e Cina in primis.

Il quadro si completa con il rafforzamento del rapporto fra Stati Uniti e Israele, sicuro gendarme del Medio Oriente, e con la esplicita volontà di Trump di contrastare l'ascesa dell'Europa a ulteriore polo imperialista.

Per manifestare contro l'ampliamento della base e del complesso logistico militare del territorio pisano e livornese, pacifisti, ambientalisti, associazioni, movimenti e forze politiche della sinistra di tutta la Toscana si sono ritrovati il 6 giugno scorso in un presidio davanti all'ingresso principale della base.

Purtroppo la partecipazione popolare – circa 400 persone – non è stata in linea con quella delle numerosissime sigle ed interventi dei relativi rappresentanti.

Una nota dei promotori dell'iniziativa spiega che il progetto, “presentato dalla Commissione mista costruzioni italo-statunitense, è stato approvato il 26 aprile dal Consiglio direttivo dell'Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli”. Il costo dell'opera, previsto in 45 milioni di euro, secondo i promotori, “sarà a carico dei contribuenti italiani. Un progetto di tale portata non può passare sulla testa dei cittadini. Diciamono ai treni della morte. Da parte sua il Presidente dell'Ente Parco, si trincera dietro le precedenti approvazioni della Soprintendenza e dell'Autorità di Bacino Arno, vantandosi di avere comunque ottenuto opere di mitigazione ambientale, quale la piantumazione di alberi in sostituzione dei mille che verranno sacrificati [!]. Anche il Comune di Pisa tergiversa e si nasconde dietro altrui approvazioni. Insomma Governo, Enti Locali e “imprenditori” hanno dimostrato la massima subalternità nei confronti dello zio Sam.

Un appello dei pacifisti, che ha lanciato la “Campagna territoriale di resistenza alla guerra”, segnala il “crescente pericolo di essere oggetto di ritorsioni” da parte di chi subisce le aggressioni e il contributo del progetto alla “crescita delle spese militari che oggi supera in media i 70 milioni di euro al giorno, pagati con denaro pubblico, ed è destinata a crescere ulteriormente a scapito delle spese sociali per il lavoro, la sanità e la scuola”.

Faremo di tutto per opporci a questo progetto e chiediamo alla società civile toscana di mobilitarsi dichiarano Tommaso Fattori e Paolo Sarti, di Sì Toscana a sinistra, gruppo di opposizione al centrosinistra di Enrico Rossi, presentatori di un'interrogazione in Consiglio regionale “Questo è uno schiaffo alla nostra sovranità territoriale, alla tradizione di Pace della nostra regione, all’articolo 11 della nostra Costituzione che ripudia la guerra come soluzione alle controversie internazionali. Lo stesso Fattori, intervenuto alla manifestazione, ha commentato: “non ho ben capito quale Repubblica festeggiamo oggi, quella dell’articolo 11 della Costituzione, che ripudia la guerra, o quella che consente ad un paese straniero di ampliare la sua base militare sul territorio della nostra regione? La base di Camp Darby non verrà smantellata ma ampliata e trasformata nella principale polveriera del mediterraneo. Il che renderà la Toscana involontaria protagonista delle nuove guerre di Trump. E bersaglio di ritorsioni che metterebbero ulteriormente a rischio il nostro territorio, se non bastasse la presenza e il transito delle armi. È grave che Rossi e la giunta sapessero del progetto ma che non abbiano coinvolto né il consiglio regionale né la cittadinanza”.

Federico Giusti, della campagna territoriale di resistenza alla guerra di Pisa, in un' intervista a controlacrisi.org, ha affermato: “Il 2 Giugno abbiamo indetto una manifestazione davanti alla base militare, sia certo il sindaco Filippeschi che non sarà una manifestazione una tantum, seguiranno tante altre iniziative perché non intendiamo subire e assecondare la militarizzazione della nostra terra, lo stravolgimento degli equilibri del territorio, la trasformazione della macchia mediterranea in zona nevralgica per la logistica militare. Non a caso Pisa e Livorno hanno già una alta percentuale di morti di tumore, le statistiche lo dimostrano anche se non ne conosciamo la causa. Una ragione in più per opporsi al potenziamento delle infrastrutture di guerra”.

Mentre l'imperialismo approda alla sua fase transnazionale, non viene certo meno, anzi si riacutizza, lo scontro interimperialistico. Pertanto è necessario rilanciare ed estendere il movimento contro la guerra, che, peraltro, da Lenin in poi, è parte essenziale del DNA e della ragion d'essere dei comunisti. La lotta per la pace deve essere congiunta alla lotta di classe, con lo scopo di unire i lavoratori di tutto il mondo contro un capitale che si riorganizza continuamente per sfruttare meglio e dividere il mondo del lavoro, usando sia i mezzi economici che la violenza.

10/06/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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