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Gramsci, l’eguaglianza e la coscienza di classe
L’uguaglianza culturale e morale è la fase propriamente politica che segna il passaggio dalla struttura alla sfera delle superstrutture, è la fase in cui le ideologie germinate precedentemente diventano “partito” determinando oltre che l’unicità dei fini economici e politici, anche l’unità intellettuale e morale, ponendo tutte le questioni intorno a cui ferve la lotta non sul piano corporativo ma su un piano universale.
Inchiesta su Gramsci
Antonio Gramsci è oggetto non soltanto di studi ma anche di polemiche che negli ultimi anni hanno conosciuto una notevole recrudescenza, segnale in fondo di una inesausta vitalità del pensiero di uno degli autori italiani più studiati e tradotti a livello internazionale.
Gramsci, l’eguaglianza formale e reale
Gramsci, pur ponendo in rilievo il portato storico del concetto astratto di eguaglianza fra gli uomini, accentua la differenza fra eguaglianza formale e concreta, mostrando come sia impossibile realizzare quest’ultima senza “spezzare” un sistema fondato sulla separazione fra mezzi di produzione, in mano a una minoranza, e forza-lavoro quale unica proprietà della maggioranza.
Unità dei comunisti e centralismo democratico
Per quanto lo spirito di scissione abbia un valore fondamentale per i comunisti, bisogna anche considerare che solo costruendo forme di unità più ampie dei nostri nemici di classe, che hanno il potere, potremmo contribuire a ricostruire una indispensabile soggettività rivoluzionaria.
Gramsci e l’utopia egualitaria
All’ironia scettica dei liberali, che mira a distruggere con la forma utopistica il contenuto del sentimento egualitario, Gramsci contrappone il sarcasmo creatore e progressista di Marx che non mira a distruggere il nucleo vivo delle aspirazioni contenute nelle credenze egualitarie del popolo.
Il concetto di eguaglianza nei Quaderni del carcere
Il progressivo affermarsi della democrazia moderna sul piano politico e della coscienza comune procede di pari passo con lo sviluppo del concetto di uguaglianza tanto nel materialismo (individuo biologico), quanto nell’idealismo (sul piano della ragione).
Gramsci, il pacifismo e la non violenza
La non violenza di una massa portatrice d’un principio spirituale superiore di fronte a una minoranza che la opprime porta, come oserva Gramsci, “all’esaltazione dei valori puramente spirituali ecc., alla passività, alla non resistenza”, “che però di fatto è una resistenza diluita e penosa”.
Gramsci e la natura degli assetti sociali
Occorre far emergere la storicità degli assetti sociali, per far intendere che la loro razionalità, che li fa apparire naturali, si fonda su condizioni determinate al mutare delle quali non sono più giustificati, ma divengono irrazionali.
Naturale, contro natura e artificiale in Gramsci
Con il termine naturale, si intende generalmente qualcosa di eterno, di normale, in quanto, i modi di vita appaiono a chi li vive come assoluti, come naturali. Si tratta in realtà di una seconda natura, dell’insieme dei costumi che in una determinata epoca divengono patrimonio comune di un popolo o strato sociale. In quest’ottica l’intera storia dello sviluppo tecnico e industriale è interpretabile come una lotta contro la natura immediata dell’uomo.
Gramsci e l’involuzione in senso autoritario del liberalismo
#Gramsci denuncia come i sedicenti moderati, cioè le consorterie di proprietari che hanno di fatto gestito il potere grazie al regime liberale, presi dal panico di fronte al progressivo protagonismo di massa dei ceti popolari, tendono a fare del concetto di rivoluzione #passiva un vero e proprio programma politico.